Cassano: “Sono stato cercato dal Palermo in estate”
Intervistato dal Corriere dello Sport, Antonio Cassano, attualmente svincolato, ha raccontato dei retroscena interessanti che fanno parte della sua vita e della sua carriera. Giocava nelle strade di Bari, fino a quando, Antonio Gravinia non lo vide e gli propose di giocare nelle giovanili del Bari. Poi il gol all’Inter che lui descrive così:” Mi ricordo che avevo fatto una grande partita, però avevo sbagliato due o tre gol e mi stavo dannando l’anima. Nella mia testa dicevo: cavolo Enyinnaya – che esordiva quel giorno – ha fatto un gran gol in un momento chiave contro una grande squadra: mi sa che a lui passa il treno e a me no. E mi dannavo l’anima. Fino al momento in cui Perrotta mi ha fatto un gran lancio, ho agganciato la palla con il tacco, mi è venuto tutto istintivo, l’ho portata avanti, ho visto in velocità arrivare Panucci, sono andato verso il centro sterzando, stavo anche scivolando, sono andato ad incrociare la palla e ho segnato. Segnato il gol che avrebbe cambiato il corso della mia vita”.
Per lui il giocatore più forte è Totti, con il quale ha giocato e che reputa come un fratello, racconta delle avventure passate insieme a Roma, fu lui ad attrarre Cassano verso la capitale: “Io avevo l’occasione di andare alla Juve però, quando ho iniziato a giocare, ammiravo molto il Pupo, Francesco Totti. Era il giocatore che in quel periodo, in serie A, era diverso da tutti gli altri. Era il più forte di tutti e io mi rivedevo in lui. Dovevo andare alla Juve però quando c’è stata l’offerta dei giallorossi ho detto al mio procuratore dobbiamo andare a Roma assolutamente. Non mi importa della Juve. Sono andato a Roma solo ed esclusivamente per giocare con Totti”. Poi Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter e poi di nuovo Sampdoria, una carriera dalla mille maglie e mille facce… e non è ancora finita: “Mi piacerebbe continuare a giocare perché, dopo i miei figli e mia moglie, la mia vita è il calcio. Io amo il calcio, sono follemente innamorato del pallone e mi piacerebbe tornare a giocare a calcio. Ho una grande voglia. E’ la prima volta che sono rimasto al mio peso, anche se sono fermo da sei mesi. Mi sto allenando duramente con i ragazzini perché ho un grande entusiasmo per tornare a giocare. E sono pronto per farlo. In Italia ho avuto delle proposte dal Palermo a luglio scorso e anche il Crotone pochi giorni fa mi ha cercato. Però sono innamorato di Genova e mi piacerebbe rimanere nei dintorni, al Nord, se dovessi giocare in Italia. Se invece dovessi andare all’estero, cosa che non escludo, sarebbe ovviamente un altro discorso. In Serie B non me la sento”.
Il tecnico migliore? “Io penso Donadoni, un uomo troppo intelligente. Gli ho fatto passare delle pene, sempre per colpa mia, ma era quello che mi parlava con calma, serenità, mi faceva capire gli errori e mi dava consigli. Mi ha aiutato, mi ha fatto rendere al massimo, mi ha sempre trattato bene. Con grande umiltà, anche se lui era stato un grandissimo calciatore. Come persona mi ha trattato bene, perché lui era una brava persona. Poi gli ho mancato di rispetto dicendo delle cose che lui non meritava, in un momento mio di pazzia. Questa è la prima volta che lo dico: gli ho chiesto scusa, mandandogli dei messaggi. Sono contento che lui abbia accettato le mie scuse. Glieli ho spediti a settembre scorso. Lui è stato felice. La persona che mi ha saputo più prendere, nel mondo del calcio, come allenatore, è stato lui”.