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Rapisarda: “Catania, ricapitalizzare o fallimento pilotato”

Situazione delicata in casa Catania. L’avvocato, nonché opinionista e sostenitore rossazzurro, Giuseppe Rapisarda, ha analizzato le difficoltà societarie che affliggono la formazione guidata da Francesco Baldini. Di seguito le sue dichiarazioni, rilasciate durante la trasmissione “Città Rossazzurra” su Radio Antenna Uno (in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com).

“Quanto di buono fatto dalla squadra viene rovinato da questioni economiche della controllante al 100% del Catania . afferma -. Vi è parecchia preoccupazione da parte dell’ambiente per una situazione che non solo è drammaticamente complicata sotto il profilo economico-finanziario, ma credo abbia toccato uno dei punti più bassi della credibilità stessa del Calcio Catania”.

Fallimento pilotato? Attraverso questa via, si può consentire perlomeno il salvataggio del titolo sportivo e della categoria. L’altra strada è quella della ricapitalizzazione. Ma è necessaria adesso. Se si salva il titolo sportivo Torre del Grifo seguirà il Catania, altrimenti con il dissolvimento del club andrà all’asta al migliore acquirente e potrebbe anche non avere una sorte più legata al Calcio Catania”.


“Snellire la Sigi è corretto nei termini prospettati anche da Gaetano Nicolosi ma purché si provveda alla ricapitalizzazione. Il fabbisogno del Catania, al di là delle scadenze non onorate, è di 3 milioni. Bisogna mettere mano al portafogli attraverso la ricapitalizzazione, fare all-in e prendere le restanti quote della Sigi a chi non è più in grado oggi di mettere soldi”, ha concluso.

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9 thoughts on “Rapisarda: “Catania, ricapitalizzare o fallimento pilotato”

  1. Direttore, cortesemente sostituisca il precedente testo con il seguente. Dovrei altrimenti procedere a troppe correzioni. Grazie! ll caso del Parma, quello del Latina, del Bari (saluti a Paparesta che ne fu artefice) ecc. Una soluzione indubbiamente “immorale”. Sintetizzando al massimo, si salverebbero (mediante l’acquisto da parte di terzi): il titolo sportivo, la categoria di appartenenza ed i rapporti contrattuali con i tesserati, rappori che andrebbero “garantiti” (lo sottolineo) nel puntuale assolvimento delle scadenze dei pagamenti. Tutto il resto (e, secondo me, anche Torre del Grifo, che non mi appare rientrante nel “salvabile”), andrebbe letteralmente sganciato, con la conseguenza che i rimanenti (originari) debiti seguirebbero la sorte del fallimento ordinario. A prima vista, un’ottima soluzione per salvare la tanto pubblicizzata matricola ed il parco giocatori, se non fosse che SIGI mi pare che non sia la proprietaria in origine (vecchio Catania), ma di fatto è in qualche modo già inquadrabile e paragonabile alla figura dei “terzi acquirenti del fallimento pilotato, poiché si è a tal senso impegnata nei confronti della sezione fallimentare del Tribunale di Catania, nel compito di risanare la situazione societaria e, soprattutto, di garantire la decrescita della situazione debitoria. Lievemente, soltanto appena evidenziato che, di fatto si sta verificando l’esatto contrario (crescita quantitativa dei vecchi debiti ed il venire in essere di nuovi), c’è da chiedersi, comunque, chi eventualmente sarebbe il soggetto da “cancellare” tramite il fallimento ordinario. A mio avviso dovrebbe essere la vecchia società di Pulvirenti, poiché non mi risulta che ci sia stato un atto di compravendita, il passaggio delle azioni tra il venditore (vecchio Catania) e l’ipotetico compratore (SIGI non mi pare che abbia acquistato azioni da Pulvirenti). Insomma è una situazione complicata (potrebbe essere un bene, meno si capisce e meglio è) ed anche certamente “immorale”, per come precisato in premessa. Una soluzione all’italiana che se ne frega degli antichi creditori che proprio da SIGI avrebbero dovuto essere in qualche modo rassicurati, se non proprio garantiti. C’è da scandalizzarsi? Niente affatto! Perché dovremmo scandalizzarci di una procedura ad arte e pilotata in un mondo (in particolare quello calcistico) dove di fatto è pilotato proprio tutto? Caro vecchio Palermo, in fondo anche la tua morte fu da qualcuno pilotata. Ti starai rivoltando nella tomba e … come si fa a non capirti?

    1. Il Vecchio Palermo fu “assassinato” a sangue freddo. Gli esecutori si conoscono, i mandanti restano ancora nell’ombra.

    2. Interessante la tua tesi. Se è così per come dici, il fallimento pilotato non potrebbe essere applicato nel caso Catania. In effetti la Sigi ha acquisito una sorta di mandato, non la proprietà tramite passaggio di azioni. La cosa grave è che ha goduto di un credito da parte dei giudici senza fornire alcuna garanzia. E pure vero è che i tolleranti oggi con il Catania sono stati spietati esecutori nei confronti del vecchio Palermo. Lì le regole furono applicate in misura rigida ed in maniera inflessibile.

    3. La verità prima o poi verrà a galla e le maschere cadono. Ogni riferimento allo sciag+++++ La Penna non è puramente casuale.

    4. Mi piace la tua tesi. Credo che sia giuridicamente condivisibile e che tu abbia ragione quanto all’inesistente soggettivo diritto di potersi avvalere , in questo caso, al fallimento pilotato. Finirà come il famoso super sconto che attendevano dall’Agenzia delle Entrate e che, ovviamente, non è mai arrivato.

    1. No. E’ solo perché i provvedimenti dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate sono soggetti a controllo di legittimità. Il caso “spalmadebiti ” riguardante la Lazio fu messo in atto grazie ad una apposita legge. Certamente immorale, ma pur sempre legge.

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