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Catania, un socio abbandona Sigi: “Prendo le distanze”

Sandro Piccinini fotografato in occasione della conferenza stampa Mediaset per la presentazione dellofferta televisiva Mondiali Russia 2018. Cologno Monzese, 7 Giugno 2018. ANSA/FLAVIO LO SCALZO

Mentre il Catania combatte per reperire la liquidità necessaria per pagare le scadenze e proseguire con il campionato, si fa avanti un nuovo problema.

Un socio della Sigi, gruppo che ha rilevato il club rossazzurro, abbandona la nave. Si tratta di Angelo Maugeri, imprenditore e Ceo di Ecogruppo Italia. Una nuova grana per Sigi che perde così un membro della sua cordata.

Le parole di Maugeri a La Sicilia

“Alle mie sempre più pressanti richieste di chiarimenti riguardo a vicende di grande rilevanza, in ogni campo – afferma Angelo Maugeri a La Sicilia – si è risposto con un infastidito silenzio”.


“Ecco perché sono stato costretto a chiedere, con una pec del mio legale, che venisse fatta finalmente chiarezza su alcuni punti essenziali, e non solo per i soci, ma anche e soprattutto l’intera piazza”.

“Ad oggi, nonostante si sia tenuta pochi giorni fa l’assemblea dei soci, non ho ricevuto risposta alcuna. Ho deciso con grande sofferenza di rendere pubblico il mio disagio e di prendere definitivamente le distanze dalla Sigi“, ha concluso.

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4 thoughts on “Catania, un socio abbandona Sigi: “Prendo le distanze”

  1. Serve chiarezza nell’interesse di tutti, perché i fatti del Catania influenzano l’intero girone. Chi a tal compito è preposto dovrebbe chiedersi e documentare sulla provenienza oscura dei soldi maltesi e su come attualmente vengono pagati gli stipendi ai calciatori. Fa bene il socio in questione a prendere le distanze, soprattutto se saranno accertate responsabilità e violazioni di natura penale.

  2. Ho letto le dichiarazioni su “La Sicilia”. Pare proprio che non condivida mezzucci illeciti che sinora hanno permesso di tamponare la situazione. Ma FIGC, Lega, GDF, Magistratura, Questura, Associazione Calciatori dove sono? Come fanno a fingere di non vedere e non sapere? E’ una cosa scandalosa e, di più, per le istituzioni.

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