Il “peso” dei (pochi) gol: il Catania vince… il derby con il Palermo
Precisazione d’obbligo: è un gioco, fatto con i numeri, che però a volte dicono tanto. E così, tanto per giocare, abbiamo analizzato i numeri del Palermo e del Catania, mettendo in piedi un derby del tutto particolare. E lo vince il Catania, almeno per ora. Le due rivali storiche del calcio siciliano sono accomunate – oltre che da una partenza difficile sotto il profilo ambientale – da un dato davvero particolare: sono le squadre che “fatturano” meno gol nei loro campionati (rispetto alla propria posizione in classifica quantomeno).
Le partite (9) del Palermo hanno prodotto 16 gol in tutto (10 fatti e 6 subiti), quelle del Catania (8) hanno visto 13 gol (11 fatti e 2 subiti). Dunque, secondo i canoni del calcio, sono le squadre che assicurano meno spettacolo ed emozioni. Il Catania è la migliore difesa d’Italia (solo due gol al passivo, persino Napoli, Roma e Inter hanno fatto “peggio”), il Palermo è la migliore difesa della serie B; il Catania ha una serie di sei vittorie consecutive ancora aperta, il Palermo è l’unica squadra imbattuta della serie B.
Sono entrambe seconde in classifica, con ambizioni e buone prospettive. Qual è la differenza, allora, direte voi? La differenza più rilevante sta nel “peso” dei gol. Il Catania ha conquistato 19 punti con 11 gol, ogni rete vale cioè quasi 2 punti a partita; il Palermo ha invece prodotto 15 punti con 10 reti, cioè un punto e mezzo per ogni gol.
Il confronto diventa più evidente se si guarda al numero di vittorie: 6 per il Catania, 3 per il Palermo. Il Catania con Cristiano Lucarelli sta creando i propri successi un gol alla volta, partendo dalla difesa e da un gioco quantomai ruvido (e vincendo da 4 gare consecutive sempre con il punteggio di 1-0), mentre il Palermo finora non è riuscito a capitalizzare con i gol una solidità difensiva indiscussa.
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Anche il Catania è equilibrato, raccolto tatticamente, ma finora ha sempre trovato la forza di segnare, il Palermo invece no (tre 0 a 0 consecutivi e 6 pareggi in totale) oppure, come è successo in casa con Empoli e Parma, non è stato in grado di difendere il vantaggio perdendo di fatto 4 punti che avrebbero fatto tutta la differenza del mondo.
Del resto Tedino è convinto (giustamente, a nostro avviso) del lavoro fin qui svolto perché ha la convinzione che con il passare del tempo (e senza “spargimento di nazionali”) la squadra potrà ancora migliorare molto, velocizzando la manovra e sviluppando più gioco offensivo. Dalla sua parte c’è anche l’equilibrio del campionato che consentirà alle squadre più forti di fare il vuoto non appena ingraneranno la quarta.
Meglio del Palermo, finora, c’è solo l’Empoli (ah, quanto pesa quel rigore del 3 a 3 al 93esimo) e nemmeno il Catania può festeggiare il primato perché ha davanti una lepre come il fortissimo Lecce (che però ha giocato una partita in più).
E visto che si tratta di un gioco, come abbiamo detto all’inizio, speriamo che alla fine del viaggio del Palermo (e anche quello del Catania, lasciando un attimo da parte la viscerale rivalità) possa portare entrambe in una serie superiore perché il calcio siciliano tra fallimenti, inchieste, retrocessioni e povertà varie è davvero in un momento critico. Anche perché vincere e gioire per i successi della propria squadra fa davvero tutta la differenza del mondo.
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Da anni la squadra ha questo problema ,il gol,problema che ci è costato ben due retrocessioni.la cosa che mi fa impazzire che il friulano nella speranza di fare plusvalenze non provvede!!lo detesto