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“Chiedi chi era Peressin”. Vitogol e la “elegia” di un tifo che non c’è più

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(gm) Con grande piacere, ricevo e pubblico una struggente riflessione di Vitogol, medico e tifoso doc (il suo pseudonimo è legato a Chimenti) che ha seguito il Palermo dagli spalti per oltre 50 anni. La sua “penna” è raffinata e tratteggia uno dei momenti più critici della tifoseria rosanero, divisa da quel “muro” eretto negli ultimi anni da Zamparini. 

Ogni tanto mi capita di ripensare ai tanti che sono passati davanti ai miei occhi di tifoso che ne hanno viste tante. Ripenso a quelli che ho amato e a quelli che ho insultato. A chi, come Giuda, mi ha tradito per trenta denari e a chi mi ha fatto piangere di gioia o, molto più spesso, di rabbia e delusione. Alcuni frequentano salotti televisivi più o meno prestigiosi, altri scaldano panchine o scrivanie. Altri ancora purtroppo se ne sono andati per sempre, ma non per questo il loro ricordo s’è spento negli occhi e nella mente di un ragazzo che più non è.

E ripenso al maglione nero a collo alto del mio Stecco dalle mani nude, asciutto nello stile e magro come un fuso. E, al contrario, ai folli salti di Angelo, baffi alla Buscaglione su volto da saraceno. Ai calzettoni abbassati di Erminio che entra in area sulla destra con quel sorriso da furbetto mentre tutti sanno già che adesso si butterà a terra e che l’arbitro ci darà il sacrosanto rigore. Altrimenti, è ovvio: è un cornuto. Al mulinare affannoso delle gambette di Giorgio, piccolo di passo e grande di cuore. Alla zazzera di Gaetano che insegue Bresciani che ha appena fregato il portiere della Lucchese, Pinna di nome e di fatto, nella partita dello storico ritorno nella nuova Favorita dopo l’esilio trapanese.


PALERMO, LA SOCIETA’ ACQUIRENTE CAMBIA NOME

E poi la chioma bionda di Paolo che ondeggia laggiù a sinistra sotto la tribuna come spighe in un campo di grano mentre la maglia rosanero è ormai un fardello pesante di fango e di sudore. Uno, tra i rosanero di lassù, lo ricordo con tenerezza speciale; si chiamava Vanni e giocò solo poche partite. Quando arrivò a novembre (perché allora il mercato di riparazione coincideva con le Feste dei Morti), i giornalisti scrissero che quelle cicatrici che segnavano il volto alla Fabio Testi erano il miglior biglietto da visita per quel duro venuto dal Nord a rafforzare l’attacco rosanero. Invece Vanni segnò solo un misero gol, nella partita d’esordio al Militare di Catanzaro, e il mito del bomber senza paura si sciolse ben presto alla notizia che quei suoi segni sul volto non erano il ricordo di mille epiche tacchettate, ma solo l’esito di un poco glorioso incidente stradale. La mia preghiera per lui salì al Cielo quasi dieci anni fa quando seppi che il Vanni, dopo un lungo periodo di depressione, aveva deciso di suicidarsi.

Io potrei continuare a lungo, ma non credo sia necessario per giungere al dunque. Oggi a Palermo tra noi tifosi non si parla più di calcio, di bomber dalla faccia da duro o di terzini biondi che volano sulla fascia. Oggi si parla solo di “società di scopo” e di “due diligence”, di maglie a strisce e di traditori della sacra causa, di servi e di padroni, di fissati e di leccaculo. Di “noi sì che siamo tifosi”. Io vorrei rispettosamente rivolgermi a chi da una parte o dall’altra di quella barricata che, come negarlo, Zamparini ha edificato in questi anni e che chissà quando demoliremo, attribuisce patenti che nessuno ha titolo per conferire. A chi, dalle colonne di un giornale o sulle pagine di un sito, sputa sentenze e pretende di ragionare su quanto di più irrazionale ci possa essere in assoluto, ossia l’amore. Nella fattispecie, quello per la propria squadra; eterno e immutabile per definizione. Un sentimento che ciascuno ha il diritto di vivere a modo proprio, senza giudici e senza imputati. Senza Soloni e senza Draconi. Quale cattedra fatta di chiacchiere e quali benemerenze acquisite possono dar titolo a chicchessia per infrangere il diritto ad amare in modo diverso ? Ma se qualcuno si arroga quel titolo, che almeno si informi. Chieda a chi c’era già prima. Chieda chi era Peressin.

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12 thoughts on ““Chiedi chi era Peressin”. Vitogol e la “elegia” di un tifo che non c’è più

  1. Beh, la galleria di questi miti di provincia era veramente variegata. Peressin se ne vantava di questo incidente come se fosse un titolo nel suo curriculum di bomber (se non ricordo male diceva di aver battuto la testa nella barra di un passaggio a livello). Ricordo con nostalgia anche Montenegro che nel Lecce faceva sfracelli (insieme a Loddi). A Palermo doveva far coppia con Chimenti e i giornalisti locali, parafrasando il titolo di “gemelli del gol” attribuito a Pulicie Graziani, li aveva ribattezzati molto più prosaicamente “i compari del gol” ma non funzionò (ne fece solo uno, peraltro spettacolare con la Spal). Non esisteva istagram i giocatori non ereno social, erano ragazzi pane e pallone. Un’altra storia, un’altra vita……

  2. Ricordo che in serie A gia’ nel 2006 gli allenatori avversari preparavano le partite cercando di sfruttare i fischi del pubblico alle prime difficoltà della squadra, il tema era costante pressing alto e aggressività intensa subito sin dai primi secondi per indurre i giocatori del Palermo a commettere errori e il pubblico a brontolare e rumoreggiare. Non imputi a Zamparini colpe non sue il pubblico di Palermo i muri li ha sempre costruiti da se, qualche volta ne butta giù uno ma subito dopo ne tira su un altro. E’ un pubblico senza cultura e anche senza competenza in tema di sport fatto più di spettatori che di tifosi specchio delle caratteristiche della gente del luogo abituata a chiedere e a pretendere senza contribuire e peggio ancora senza rispetto dell’assunzione di responsabilità altrui. E questo non e’ giudicare ma una triste e cruda constatazione ripetutasi negli anni nonostante episodiche manifestazioni (vedi applausi dopo lo 0-7 in casa contro l’Udinese) poste in essere più per egoistico orgoglio che per sostegno alla squadra. Ho ragione di sostenere che nelle città dove l’appartenenza e’ più radicata e la cultura dello sport e’ maggiore passano i giocatori passano i presidenti ma di muri non se ne vedono mai.
    Cari saluti.

    1. Città dove l’appartenenza è radicata come Torino, Milano, Roma Genova non esitano a fischiare alle prime crisi stagionali. Loro sì che se lo possono permettere perché hanno più radicata la cultura dello sport, compreso contestare i presidenti che si trovano al secondo posto in campionato. Come dire che l’erba del vicino è sempre più verde. Zamparini ha sempre trattato Palermo e i palermitani con il disprezzo tipico dell’avido arrogante. Ha usato la passione di una tifoseria per arricchirsi. Oggi siamo alle battute finali e i tifosi della serie A sono spiazzati. D’altronde si raccoglie quello che si semina.

  3. Ma insomma……Rispetto il pensiero espresso ma non lo condivido in toto. Riconosco in ciò che descrive lei alcuni comportamenti diffusi, tipici della nostra platea. Ciò non toglie che Zamparini sia stato (o sia?) il peggior taumaturgo che potesse toccare in sorte alla collettività di sportivi e tifosi rosanero.
    Perchè abbiamo la memoria corta? Dal 2011 in poi la galleria degli orrori zampariniani è umiliante e inverosimile. Ma è possibile dimenticare ciò che ha posto in essere? Sembra di si. Mi dispiace che lei non lo riconosca e che al contrario dica che i muri li alziamo noi. I nostri sono dei separé, tutt’al più. Dei tramezzi in carton gesso. Quelli di Zamparini sono muraglioni invalicabili che al confronto Trump è un dilettante…….

  4. peressin, peressinotto… ma anche il duo pighin pepe, landri e landini , ricordo binomi da figurire panini degli anni che furono, meno vittorie ma più tifo-passione. i gol all’ultimo minuto di barbana e ballabio dove li mettiamo? 😀

  5. E’ difficile non essere d’accordo con Vitogol, scrittura piacevole, tifoso competente e di lunga data, eppure sono sicuro che qualcuno avrebbe a che ridire sul fatto che anche lui, mi pare di capire, abbia smesso di frequentare il Barbera, con regolarita’. il tema del giorno e’ tifosi ‘’hardcore’’ vs presunti occasionali/traditi da Zamparini, sulla base del fatto che le presenze al Barbera si contino sulle dita di una mano o quasi. al di la’ di etichette e definizioni piu’ o meno piacevoli, sarebbe opportuno fare una riflessione su cosa sia il calcio oggi, piu’ che mai. ebbene, il calcio di oggi, quello di serie A a cui tutti fanno riferimento e’ uno spettacolo che ha nei proventi delle tv il suo maggiore introito. la tv esalta e glorifica, a patto di avere degli attori e un palcoscenico all’altezza. essendo dunque intrattenimento deve essere pensato per attrarre un pubblico che sia il piu’ vasto possibile, un pubblico che anche se occasionale o totalmente disinteressato sia in grado di garantire un ritorno economico tale da assicurare che la baracca vada avanti. per fare questo e’ necessario che la squadra non sia necessariamente vincente ma sia percepita ‘’simpatica’’ anche, ma sopratutto, da chi non la segue regolarmente ovvero la stragrande maggioranza, evitando di mettere in mezzo paroloni tipo fede, mentalita’, sacrifici, che nulla hanno a che vedere con questo tipo di spettacolo. capite bene che non ha alcun senso parlare di strisciati, tifosi veri, fasulli, catanesi o giapponesi. se uno paga e si sintonizza va benissimo e garantisce a tutti di godere di uno spettacolo che altrimenti non sarebbe dello stesso livello. a scanso di equivoci aggiungo anche che, sebbene Zamparini sia INNEGABILMENTE il presidente che ha raggiunto i migliori risultati di sempre, la sua controversa e (molto) discutibile gestione, ha contribuito in maniera decisiva a rendere poco ‘’simpatica’’ la squadra fino ai risultati estremi di oggi, demolendo quel clima di grande festa ed entusiasmo iniziale che, ovviamente, non poteva durare all’infinito ma andava coltivato minuziosamente, in modo che anche dopo una stagione negativa o una cessione di un giocatore importante, ci fosse sempre un motivo di orgoglio per seguire la squadra, creando un legame nel tempo, sopratutto in quei giovani abituati a vedere la Champions dal divano di casa piuttosto che Biffi, Tanino Troia, Vernazza o Speedy Vasari o senza alcun legame con i ‘’duri’’ delle curve… quando invece le gesta sul rettangolo di gioco passano in secondo piano perche’ l’argomento del giorno e’, a turno, l’arroganza di chi non deve mai dare spiegazioni manco fosse un faraone egiziano, il prezzo della prossima mucca da mungere, un capitano troppo vecchio o carismatico da dover cedere per forza, una boutade che sembra una barzelletta di quelle dove c’e’ un italiano, un inglese e un cinese, o il 94esimo allenatore o un ds che e’ troppo educato per noi, diventa difficile trovare nella sola ‘’maglia’’ un motivo per non cambiare canale, specialmente quando realta’ molto piu’ piccole di Palermo resistono, seppur tra alti e bassi, nel massimo campionato senza mai raggiungere i livelli indecenti che abbiamo ammirato(…) nelle ultime due stagioni in A. bisognerebbe ringraziare coloro che ancora non si sono stufati di seguire il rosa e il nero davanti alla tv, che sono molto piu’ di quelli che si sono allontanati dallo stadio, magari dopo 25 anni di abbonamento, bisognerebbe volere piu’ bene ad un pubblico troppo spesso calpestato da chi ha il volante nelle mani ma anche dalla stampa, che ci vorrebbe piu’ vicini alla squadra ma forse non sa cosa accade nelle piazze dove basta molto meno per scatenare guerriglie urbane e proteste piu’ o meno plateali, talvolta violente. bisognerebbe augurarsi di avere un presidente che quando afferma che la squadra e’ dei palermitani, lo pensasse davvero.

  6. Io di certo non critico chi va allo stadio ma di certo non tollero chi accusa quelli che non vi vanno come strisciati.
    Io non mi sento di supportare una società che poi é una monarchia, dove il livello di menzogne é tale che pure i comunicati ufficiali non sono affidabili.la signorilità si vede nel momento dell’uscita Zamparini ha fatto bene i primi anni ma poi ha dimostrato di avere una considerazione di piazza e tifosi nulla.

  7. Peressin , Peressinotto, Venturi, il cambio fra Rosolo Vailati e Odorizzi, le sconfitte 3-1, 3-1 fra Varese e Pisa che ci costarono una serie A, ma eravamo sempre in trentamila allo stadio fra paganti e portoghesi (che fa ziu mi fa trasiri cu tia). Ora non c’è più passione per il Palermo c’è pretesa. Che bei tempi anche senza i risultati che abbiamo avuto in questi sedici anni belli o brutti di Zamparini: Quella era vera passione per il Palermo, non quella che decantano i tatti detrattori da tastiera.

    1. Hai perfettamente ragione, il crimine di zamparini che non può essere perdonato e’ quello di avere ucciso la passione dei tifosi…non c’è ritorno da questo punto, deve scomparire

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