Corini, quel gol al Chievo che valse il primato al Palermo
Eugenio Corini, il Palermo ed il Chievo. Un triangolo di ricordi, passioni, amore e colori che si intrecciano. L’attuale allenatore rosanero è un classico, ma allo stesso tempo non banale, doppio ex della gara che andrà in scena domenica pomeriggio al Renzo Barbera. Sì, perché se hai collezionato 134 presenze con la maglia gialloblù e 129 con quella rosanero, significa che qualcosa, in quelle piazze, lo hai lasciato. Un pezzo di cuore, amici, l’affetto dei tifosi. Ma il calcio è anche strano e un po’ crudele, ti fa segnare un gol alla squadra che non vuoi punire. Preferiresti lasciarlo fare ad un compagno, per non avere rimorsi. Ma Corini lo ha vissuto e superato, anche perché quel gol valeva tanto.
Non è il calcio di rigore realizzato dal Genio al Barbera nel 2005 in un Palermo – Chievo terminato 2-2, bensì la rete dello 0-1 di un Chievo – Palermo al Bentegodi, 1 ottobre 2006. Ore 20.30, quinta giornata, a Verona già il freddo si fa trovare presente, ma questo Corini già lo sa. Il Palermo reduce da 9 punti in quattro gare (successo con la Lazio in trasferta ed un 5-3 non banale nel derby contro il Catania) e dal 3-0 ai danni del West Ham scende in campo determinato, compatto, con il battaglione dei titolari al completo per non lasciare nulla al caso. Al minuto 30 l’episodio che decide il match: Amauri crea scompiglio in area clivense, la difesa respinge ma in malo modo. Corini si avventa sul pallone vagante, piatto destro e palla che si insacca alla destra di Squizzi.
Corini, proprio lui, l’ex più atteso. La felicità del gol tenuta dentro per rispetto nei confronti dei suoi ex tifosi. Solo qualche abbraccio con i compagni, sempre composto nei suoi modi ed anche nelle esultanze. Si ritorna a giocare, ma quello è l’episodio che indirizza la partita. Il Palermo, grazie al suo capitano, al suo Genio in cabina di regia, si prende i tre punti che valgono il primato in classifica. L’associazione “primo posto” e “Palermo” non è usuale e per qualcuno anche irrealistica, ma in quegli anni era possibile, i rosanero erano temuti. 12 punti e testa della classifica, altri tempi, altri interpreti.
Adesso è tutt’altra storia. Non solo perché il Palermo naviga in acque basse o meglio, è nel bel mezzo delle sabbie mobili, ma anche perché il Genio ha svestito i panni del giocatore ed ha appeso goniometro, scarpini e completino al chiodo. Ora c’è la lavagnetta tattica e un vestito elegante, ma la compostezza e l’espressione sono sempre quelle di quando calcava i campi. Ci piace pensare che ancora Corini riveda nella sua mente quel gol del 2006 al Bentegodi, che fece sognare il Palermo prima di una caduta sfortunata e incomprensibile. E siamo sicuri che il Genio userà la gioia del ricordo di quel piatto destro per caricare i suoi uomini, in modo da far spiccare il volo al suo Palermo, ancora una volta, contro il suo ex Chievo.