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Coronavirus, la Commissione medica FIGC al lavoro per l’individuazione di un protocollo di garanzia

La FIGC lavora alla ripartenza dei campionati. Nella giornata di mercoledì 8 aprile, infatti, si è tenuta la prima video riunione della Commissione medica federale, che ha il compito di formulare un protocollo di garanzia.

Ecco la nota:

“Si è tenuta in video conferenza la riunione della Commissione medica federale, presieduta dal prof. Paolo Zeppilli, per l’analisi e la definizione di un protocollo di garanzia per il mondo del calcio in merito alla ripresa dell’attività sportiva.


Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha introdotto i lavori ringraziando tutti i componenti della Commissione che, per l’emergenza Coronavirus, è stata integrata da esperti infettivologi come Roberto Cauda (prof. di Malattie Infettive dell’Università Cattolica), Massimo Fantoni (Primario Unità Covid19 del Policlinico Gemelli), Walter Ricciardi (componente Oms, consigliere del Ministero della Salute) e Francesco Vaia (Direttore Sanitario dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani). All’incontro hanno partecipato anche i responsabili medici delle diverse componenti federali.

Durante la riunione sono state presentate le linee guida che verranno integrate a breve dalle indicazioni degli esperti e dei rappresentanti delle componenti per definire il prima possibile il protocollo unitario definitivo. Tale protocollo sarà ispirato ai tre principi fondamentali della semplicità, fattibilità e attendibilità medico-scientifica.

La bozza presentata in Commissione per il settore professionistico indica le modalità con le quali formare il ‘gruppo squadra’, seguire clinicamente i componenti della rosa (calciatori, allenatori, medici, fisioterapisti, magazzinieri, ecc.) e quali esami diagnostici effettuare a cura del medico sociale e del medico di squadra (test molecolari, test sierologici, esami del sangue generali, ecc.).

Sono stati anche discussi i protocolli riguardanti i calciatori e i membri dello staff contagiati e ‘guariti’ dall’infezione da Covid19. Gli esami diagnostici indicati per questa categoria seguiranno un protocollo adeguato alla gravità clinica dell’infezione subita (con particolare attenzione all’apparato respiratorio e cardiovascolare).

Tutte queste indicazioni si estendono al ‘gruppo arbitri’, considerati alla stregua dei calciatori delle singole squadre.

Nel confronto, inoltre, è emersa come raccomandazione che nella prima fase il ‘gruppo squadra’ sia raccolto in un luogo ‘chiuso’ (ad es. centri sportivi, di allenamento e simili), ovviamente sanificato e rispettoso di tutte le norme igieniche-comportamentali, anche per coloro che non appartengono al gruppo ristretto”.

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