Coronavirus, stop ai campionati in Lombardia e Veneto: rinviate 3 partite di A
Anche in Serie A alcune partite saranno rinviate per l’allarme Coronavirus. Ad annunciarlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al termine del Consiglio dei ministri nella sede della prefettura di Roma che ha varato un decreto legge per gestire l’emergenza: “Il Ministro dello Sport Spadafora intende sospendere tutti gli eventi sportivi nell’area del Veneto e Lombardia”.
In Serie A, il rinvio (a data da destinarsi) di Inter-Sampdoria è già ufficiale ed è stato confermato con una nota anche dalla società nerazzurra. Le altre due partite che saranno rinviate sono Atalanta-Sassuolo e Verona-Cagliari. Praticamente certo il rinvio in Serie C di 4 partite: nel girone A di Giana Erminio – Como e Lecco – Pro Patria, nel girone B di Arzignano – Padova e Feralpisalò – Carpi. Annullata anche Milan-Fiorentina di Serie A femminile.
Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha inviata una lettera al presidente del Coni, chiedendo (si legge) “per ragioni di cautela e massima precauzione, di farsi interprete presso tutti i competenti organismi sportivi dell’invito del Governo di sospendere tutte le manifestazioni sportive di ogni grado e disciplina previste nelle Regioni Lombardia e Veneto per la giornata di domenica 23 febbraio 2020”. L’invito invece non è da estendere alle squadre delle due regioni colpite impegnate in trasferta, “salvo che i medesimi atleti provengano dalle aree indicate come focolai del contagio”.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Dal Consiglio dei Ministri riceviamo alcune prime istruzioni relative a misure da applicare nel Comune di Milano. In particolare si sospendono le lezioni nelle Università, mentre per le scuole il Ministero competente non ha disposto misure restrittive se non la sospensione delle gite scolastiche. La partita Inter-Sampdoria di domani sera verrà rinviata, così come tutti gli altri eventi sportivi programmati”.
Beh forse servirà a qualcosa, ma non so spiegarmi che senso abbia chiudere gli stadi (luoghi all’aria aperta) se non si chiudono ristoranti, scuole, centri commerciali, musei, cinema, uffici pubblici , chiese e tutti quei luoghi al chiuso molto più pericolosi degli stadi per una potenziale diffusione del virus. Se la motivazione è davvero la tutela della salute pubblica, non vi sono motivazioni economiche, religiose, amministrative che possano essere difese sino a prevalere su tale tutela.