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Atalanta, Cristante: “Palermo? Un delirio, ho perso il conto degli allenatori…”

Bryan Cristante, in maglia rosanero, è stato decisamente una comparsa, una meteora rimasta in Sicilia solamente per sei mesi. Il centrocampista cresciuto nel Milan, è approdato a Palermo nel gennaio del 2016. Tante speranze intorno a lui, rivelatesi vane. In sei mesi ha collezionato solamente 4 presenze per un totole di 93 minuti complessivi giocati.

Un semestre negativo dove, forse, ha inciso più l’andamento lento della squadra – nonostante la salvezza miracolosa del finale – . Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Cristante si leva qualche sassolino dalla scarpa: “Volevo rimettermi in gioco, n Serie A più semplice trovare società disponibili per il prestito. Ricordo bene il primo giorno a Palermo: ero atterrato da poco ed era appena stato cambiato allenatore: Iachini per Ballardini. Poi Zamparini ha richiamato Ballardini e mandato via Iachini. Un delirio, non si capiva niente, ho perso il conto degli allenatori saltati”.

Una situazione che ha influito su Cristante, quasi mai preso in considerazione nella volata finale verso la salvezza. La rinascita però è stata dietro l’angolo. Nel gennaio di quest’anno il passaggio all’Atalanta, dove ha trovato continuità e buon redimento: “Con Gasperini tutti sono chiamati a fare la fase offensiva. Non male come salto, ora viene il difficile. Secondo me però siamo attrezzati per reggere il doppio impegno”.


Atalanta oasi per la rinascita, l’obiettivo però rimane sempre quello: la Nazionale. Eppure Cristante ha a disposizione pure un piano B: “Posso giocare anche con il Canada. Il ct canadese mi ha chiesto la disponibilità, gli ho risposto che ci avrei pensato. In Canada hanno grandi progetti, hanno anche chiesto di poter organizzare i Mondiali del 2026. Ma è chiaro che punto alla maglia azzurra…”, ammette Cristante.

1 thought on “Atalanta, Cristante: “Palermo? Un delirio, ho perso il conto degli allenatori…”

  1. Se era un delirio per te che venivi pagato, pensa per noi che pagavamo….fra l’altro per vedere “giocare” anche te (poco per fortuna)

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