Dall’eurogol all’euroassist: Verre si è già preso il Palermo
È bastato soltanto un mese a Valerio Verre per prendersi il Palermo. Anzi, sembra che adesso il Palermo non possa fare più a meno di lui, tant’è che sabato scorso Corini lo ha tenuto in campo fino a quando non ne aveva più; ed infatti Verre ha finito la partita zoppicando, sfinito dai crampi. La partita del Palermo cambia, e non di poco, con la sua presenza in campo.
Le ultime partite fanno risaltare un bella differenza fra il Palermo con Verre e il Palermo senza Verre. Da titolare ha giocato contro Genoa, Frosinone e Pisa e sono arrivate prestazioni sempre più convincenti da parte sua, oltreché ovviamente della squadra (anche se è mancato un pizzico di coraggio per portare a casa qualcosa di più). Ma anche prima, quando era appena arrivato, Verre aveva dato una scossa alla squadra entrando dalla panchina: sia contro l’Ascoli che contro la Reggina, appena è stato mandato in campo, il Palermo ha segnato il gol vittoria.
C’è, poi, il Palermo senza Verre. Per un’influenza, non ha giocato neanche un minuto né a Bolzano né contro la Ternana. Sono state due brutte partite del Palermo, che comunque se l’è cavata con due pareggi. Il gioco è sembrato un po’ più lento e prevedibile, poco creativo davanti e mai efficace in ripartenza. La squadra ha tirato pochissimo (col Südtirol addirittura soltanto una volta) e ha trovato soltanto un gol (con Soleri, paradossalmente proprio contro la squadra di Bisoli). È bastata una buona partita – anzi, dei buoni 80 minuti – a Pisa, con Verre di nuovo protagonista, per risollevare l’entusiasmo.
Verre ha una qualità che forse nessuno ha in Serie B: la capacità di convertire la fase difensiva in quella offensiva senza esitare e scegliendo la giocata giusta. Verre infatti non arriva così spesso in area avversaria: quello è il compito che sta svolgendo Saric, che si sta prendendo sempre più la ‘licenza’ di avanzare in dribbling e calciare (e anche molto bene, visto che la gioia del gol gli è stata negata solo da due miracoli di Nicolas). Verre, invece, gioca qualche metro più indietro, neanche sulla trequarti, e fa la differenza perché appena ha la palla fra i piedi pensa subito a ripartire alzando la testa.
Non è un caso il gol capolavoro da metà campo contro il Frosinone, che infatti non è il primo della sua carriera. Verre ha raccolto un pallone sporco, recuperato da Tutino, e la prima cosa che ha fatto è stata rivolgere lo sguardo verso la porta di Turati: quel tiro, poi, poteva entrare o finire in curva ma l’aspetto centrale è che Verre anticipa il rientro del portiere e capisce di poter provare un tiro del genere, che poi è finito in rete grazie alla sua grande tecnica.
Chiaramente, non si può sempre tirare da metà campo. E allora qual è la prima cosa che fa Verre? Provare il contropiede, la ripartenza palla al piede: il Palermo ha conquistato un rigore così a Pisa, perché Verre ha portato palla e ha lanciato benissimo Di Mariano, che si è conquistato il penalty. C’è una statistica importante: Verre è sempre fra i giocatori con più passaggi completati e allo stesso tempo con più palloni riconquistati. Un giocatore totale.
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E veramente un giocatore che in B fa la differenza, ha una classe assolutamente purissima un piede educatissimo, per la B un lusso