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De Zerbi: “Posavec è il mio portiere titolare”

Roberto De Zerbi, allenatore del Palermo, nel corso della conferenza stampa odierna ha parlato dei cambi di formazione in vista del match col Crotone: “Non ho segreti e sono abbastanza sicuro. Giocano quelli che mi danno più garanzie, al netto di errori che possono esserci in base al risultato. Le scelte purtroppo vanno fatte prima, non dopo la partita. Gonzalez è un giocatore importante, così come Rajkovic, Goldaniga, Cionek e Andelkovic”. A guidare la difesa sarà ancora Posavec: “Il suo errore col Napoli non è causato dal gioco con i piedi, io sono contento della sua prova. Ha letto le giocate che doveva fare e ha giocato con coraggio, ha fatto quel che avevo chiesto. Ad oggi è il mio titolare”. Il problema del Palermo però rimane l’attacco: “Se i giocatori non tirano è colpa mia e stiamo lavorando per quello. Se non hai contropiedisti, devi portare l’attaccante nella zona dove riesce a rendere meglio. Non è un passaggio facilissimo, né velocissimo”. A centrocampo, De Zerbi sembra orientato a schierare Gazzi e Bruno Henrique insieme: “Per caratteristiche fisiche, Bruno ha più inserimento, nonostante sia un catalizzatore di gioco. Gazzi è più un centrocampista tattico e riesce a lavorare anche con i centrali difensivi senza palla. Qualche volta Bruno può anche abbassarsi e far entrare Sallai, perché non lo voglio sulla linea, con il terzino che sappia farsi trovare alto. Bisogna occupare il campo in maniera giusta. In questo modo si può sostenere di più la manovra offensiva, non avendo attaccanti che possano fare reparto da solo possiamo avvicinare più giocatori in area. Dobbiamo essere bravi, sicuri e convinti nella gestione di palla dei centrali e del playmaker, senza forzare. Può anche entrare la punta esterna, come Diamanti. Non gli chiederò di giocare sul binario, ma anche di entrar dentro nel gioco. Non voglio giocatori statici, voglio giocatori di personalità. Una squadra più leggera di testa, non contratta. Libera di sbagliare e propositiva. Se si perde, si perde cercando di attaccare in quattro o cinque persone. Il pensiero ideale sarebbe quello di attaccare senza rischiare nulla, organizzandoci sulle eventuali palle perse”.

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