Delio Rossi, il “cane di paglia” che brucia vicino al fuoco
1,92 a partita dal 23 novembre 2009 fino alla fine del campionato. La media punti, da Coach Z in poi, tocca lo Zenit (sarebbe valsa il terzo posto). Una finale di Coppa Italia ed il match – point che vale l’ingresso in Champions: alla fine non si è vinto nulla ma possiamo affermare senza dubbio alcuno che Delio Rossi statisticamente è stato l’allenatore più vincente del Palermo. Ed il più amato.
Ha il volto dell’uomo comune: potrebbe essere il parroco ed il vicino di casa, il poliziotto ed il salumiere. Tuttavia, quando parla, lascia sempre il segno: la banalità lascia il posto alla curiosità. Vale la pena ascoltarlo, potrebbe perfino insegnarci qualcosa. Sul campo ci ricorda che il calcio è un gioco semplice e che non si disputa coi paroloni (vallo a dire proprio al popolo rosanero). Rossi non profetizza il pressing alto, la zona pura o sporca, il falso nueve o il tikitaka.
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Eppure vedi l’organizzazione, la compattezza: quando davanti lasci libero spazio alla fantasia è come partire sempre con un gol di vantaggio. E così espugni San Siro e metti paura a tutti, anche a chi dovrebbe ringraziarti per il modo in cui ti guadagni lo stipendio che ti paga, la professionalità ed il cuore che ci metti. Macché: così infrangi il precetto.
A Palermo puoi adorare ma non idolatrare. E quando arriva lo tsunami Guidolin, targato Udinese, salvarsi è impossibile. Da “lassù” é visto come un diluvio di reti universale e provvidenziale. A scendere copiose saranno anche le lacrime di chi assisterà e ancora assiste (sul web è cult) a quella conferenza stampa che ci ha rapito il cuore. Altro che frasi ad effetto: sono pietre miliari.
Può sbagliare a non schierare Miccoli in finale di Coppa Italia, può perdere la pazienza e prenderti a cazzotti in diretta. Macché uomo comune: Delio Rossi è un “cane di paglia”. E la paglia vicino al fuoco brucia.
(l’autore è amministratore della pagina Football History Administrator)
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Che significa essere un “cane di paglia”. Ad occhio e croce non mi pare un complimento. Boh