Di Mariano, finalmente gol: il ‘picciotto’ ritrova il sorriso
Si è sbloccato Di Mariano. Finalmente, hanno pensato molti tifosi rosanero, che da lui si aspettano grandi cose. In realtà Di Mariano non è mai stato un goleador prolifico ma ha il merito di avere vinto gli ultimi due campionati di serie B con Venezia e Lecce. La fiducia non gli è mai mancata ma l’inizio di stagione non è stata una favola. Tra pali colpiti e gol sbagliati era rimasto all’asciutto. E l’assenza di gol, vuoi o non vuoi, è sempre un problema per uno che fa l’attaccante, anche se non è un centravanti. Ora, dopo la rete di sabato scorso, il giocatore può sorridere.
Di Mariano, 26 anni compiuti in aprile, arrivato nella sua Palermo a campionato già iniziato, ha giocato in rosa 7 partite: a parte la prima contro l’Ascoli, nella quale è subentrato, l’esterno ha sempre giocato titolare nelle gare successive, alternando buone prestazioni ad altre troppo fumose, rispecchiando in sostanza l’andamento della squadra. Per fare gol ha impiegato 467 minuti, ma le occasioni, anche clamorose, non gli sono mancate come quelle contro la Reggina e il Sudtirol.
Nelle sue due ultime avventure con le maglie di Venezia e Lecce, Di Mariano ha partecipato attivamente alla promozione dei due club in Serie A, segnando però solamente 8 gol in totale. Con i lagunari Di Mariano si era sbloccato addirittura solamente nel girone di ritorno, alla 21a giornata, contro il Frosinone in un match vinto per 1 – 2. In quella stagione segnerà solamente altre 2 reti, ma l’ultima sarà quella nella finale d’andata dei playoff di Serie B in casa del Cittadella, decisiva per l’approdo del Venezia in Serie B. Nella stagione successiva con il Lecce Di Mariano ha invece segnato 5 gol, sbloccandosi già alla quinta giornata, con una doppietta in casa del Crotone.
A Palermo tutti si aspettavano un inizio migliore, sia a livello collettivo che personale, ma il gol con il Pisa potrebbe essere considerato un buon punto di partenza, dopo aver toccato il punto più basso dieci giorni fa a Terni, quando Di Mariano è stato protagonista di un piccolo battibecco a fine partita con i tifosi suoi concittadini, che avevano spinto la squadra a dare di più.
Per Di Mariano si tratta di una stagione importante: il picciotto è tornato a Palermo dopo 10 anni: aveva giocato nel Ribolla dello zio Totò Schillaci e non riuscì a convincere l’allora dirigenza del settore giovanile rosanero, che decise di non puntare su di lui. Da lì partì il suo viaggio nel mondo del calcio: giovanili del Lecce e della Roma (comprese alcune presenze nelle selezioni nazionali giovanili), poi la consacrazione tra Novara (con Corini) e Venezia e poi – l’anno scorso – di nuovo al Lecce che ha deciso di cederlo al Palermo. Un ritorno alle origini, una chiusura del cerchio. Quasi un destino. E ora la scommessa in rosanero.
La parentela con il celebre zio Totò magari pesa, come pesa anche il fatto di essere palermitano. E, si sa, ai giocatori palermitani il pubblico del Barbera chiede sempre qualcosa in più. Di Mariano al suo arrivo ha messo subito le cose in chiaro, non solo scegliendo la maglia numero 10, ma dichiarando anche: “Sono a Palermo e sono responsabile perché sono Francesco Di Mariano, non perché sono nipote di Totò Schillaci“.
Sono tanti i palermitani che hanno giocato a Palermo, meno quelli che hanno segnato con la maglia rosanero, ancora meno però quelli che hanno lasciato il segno: al suo arrivo Di Mariano sapeva delle difficoltà (forse non così tante) che avrebbe incontrato. Corini ha piena fiducia in lui e i numeri lo dimostrano, la piazza invece non vede l’ora di esultare per altri gol di un figlio della propria terra.
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E’ tutto molto chiaro. Il curriculum parla da solo. Di Mariano per questa categoria è una garanzia. Solo qualche pallapiattista che farfuglia qualcosa in questo sito sostiene il contrario addirittura stravolgendo la realtà e definendo cotto un giocatore di soli 26 anni. I pregiudizi contro la società portano a spararle grosse ma veramente grosse. Siamo a livello di cabaret puro. Ma tornando a Di Mariano, un triennale è un impegno che responsabilizza il giocatore che deve però necessariamente essere messo nelle condizioni migliori di rendere in base alle sue caratteristiche. Dispiace che Corini gli faccia interpretare un ruolo che non esalta le sue qualità di corsa. Il 4-3-3 che mette in campo è un modulo ben lontano da quello di impostazione zemaniana. Non ha i presupposti della corsa, della velocità e del pressing alto. Di Mariano si vede costretto a dover andare nell’uno contro uno con difese già schierate che spesso lo raddoppiano anche. Giocando in transizione, rubando palla e lanciandolo in campo aperto, invece ha molte più possibilità di essere incisivo.E infatti, alla prima partita giocata con questa filosofia Di Mariano ha subito segnato inserendosi velocemente su una spizzata di Brunori su lancio di Pigliacelli. Esattamente tutto il contrario di quanto aveva pensato Corini nelle precedenti partite (eccezion fatta per Perugia e Bari). Ed esattamente la dimostrazione che certi pallapiattisti sedicenti luminari di calcio dovrebbero ammutolire e dedicarsi al badminton.
Sono d’accordo con te parlare di un giocatore finito a soli 18 anni è fuori luogo diciamo che più precisamente non è mai stato un buon giocatore a prescindere dall’età!!!
E.c. 26 anni
Non è certamente Di Mariano il problema del Palermo. Ha sempre giocato in ottime squadre, ha vinto campionati in B . Poi è chiaro che qui spesso siamo abituati a distruggere anche quel poco di buono che abbiamo. In questi caso specifico perché magari si tratta di un concittadino. Smettiamola.
Invece resto convinto che oggi ci troviamo in difficoltà per i casini estivi, il salto di categoria notevole dalla C alla B e di conseguenza l’inadeguatezza di tanti giocatori giunti a Palermo nel passato rimasti sul groppone. Occorre a gennaio cercare di liberarsene definitivamente integrandoli con elementi di categoria.
Ho provato a fare un conto semplice semplice. Doda Crivello Marconi Lancini Floriano del vecchio gruppo. Pierozzi Sala Datavek del nuovo. Chi più chi meno non all’altezza. Troppi direi.
Aggiungete infine che Buttaro Brunori Damiani e Soleri sono tutti al loro vero primo campionato di B ed ecco spiegate le difficoltà di Corini. In piu Stulac e Saric non hanno sin qui mostraro nulla ed il gioco è fatto . Rimedi ? Tempo, fiducia e pazienza. Più qualche giocatore buono , da B
Non riesco a capire come un calciatore dalle qualita’ di Vido ancora non e’ fatto giocare a tempo pieno.Nelle sue poche uscite si e’ rivelato sicuramente molto adatto al gioco del Palermo sfiorando peraltro nella sua ultima uscita il gol che avrebbe sancito la vittoria del Palermo.In un momento di cosi’ difficolta’ per l’attacco del Palermo a mio avviso andrebbe sicuramente fatto giocare.
La verità è che Di Mariano non si è ancora ripreso dalla delusione di non essere stato confermato dal Lecce in serie A . Quando lo farà forse vedremo il Di Mariano che conosciamo.
Speriamo presto perché io l’unico Di Mariano che conosco è quello visto sin’ora a Palermo
Se Corini continua sulla strategia dell’ultima partita vedremo movimenti in attacco più efficaci, anche con i giocatori che abbiamo di cui non ha tanto senso lamentarsi. Il problema vero su cui intervenire sul mercato si chiama difesa.