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Di Nunno: “Non guadagno nulla nel calcio. Lecco non è come Palermo”

Il patron del Lecco, Paolo Di Nunno, è pronto a fare il suo esordio in Serie B da presidente dopo un’estate molto movimentata per la sua squadra.

“Non sono stati mesi facili – ha detto a ‘Il Giorno’ – la sconfitta col Catanzaro poteva starci, ma noi siamo rimasti fermi per settimane… Siamo anche stati costretti a giocare la prima partita a Padova ma il 16 settembre, per la partita col Brescia riapre il Rigamonti Ceppi. Adesso chiedo ai tifosi di darmi una mano se vogliono restare in B”.

“Noi siamo rimasti fermi per settimane, e sa perché? Per colpa di gente che non ha un cavolo da fare – afferma Di Nunno – come Perugia e Brescia che hanno deciso di fare causa a tutti perché loro la C non volevano farla. E ci credo: gli umbri puntavano la B per vendere il club agli americani. Ma gli è andata male…”.


“Cosa mi spinge a continuare? La passione – risponde – io non vengo dai piani alti, sono un povero disgraziato con la passione per il pallone e non ci guadagno nulla nel calcio. Questa non è piazza come Bari e Palermo, qui ci sono solo 40mila abitanti, è la provincia che è grande. Ma so che questa stagione potrebbe costarci 8, forse 10 milioni. Abbiamo anche 20 squadre giovanili”.

Il presidente ricorda anche un episodio che lo ha reso incredibilmente famoso sul web e sui social: “Entrai in campo con la carrozzina per protestare contro l’arbitro durante la partita dei playoff col Pordenone, quel rigore non c’era, al limite era punizione. Ero in panchina, mi arrabbiai ed entrai in campo. Poi l’arbitro mi cacciò. Se l’arbitro non fosse all’altezza farei lo stesso in Serie B”.

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1 thought on “Di Nunno: “Non guadagno nulla nel calcio. Lecco non è come Palermo”

  1. Se non può gestire il Club in B lo venda nessuno gli ha imposto di portarlo in B .per una realtà piccola come Lecco si sa che le entrate sono molto limitate perché piangere in Tv o alla stampa?

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