Dimissioni Ventura ancora non ufficiali. Il tecnico: “Non ho parlato col presidente”
Giampiero Ventura non si dimette, almeno per il momento. Dopo la clamorosa eliminazione ai playoff contro la Svezia e la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia, Ventura temporeggia e non lascia la panchina azzura. Ma la sua faccia è tutto un programma. Biascica parole con poco senso grammaticale, si capisce che si sta arrampicando sugli specchi e che la botta dell’eliminazione è stata fortissima.
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“Non mi sono dimesso perché ancora non ho parlato con il presidente”, afferma Ventura in conferenza stampa. “Quando non si ottiene un risultato è normale che paghi l’allenatore. È un risultato pesantissimo, abbiamo dimostrato tanta voglia ma il calcio è questo. Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo gruppo, di aver lavorato con campioni. Sono dispiaciuto, questa sera vedendo lo stadio ho capito cosa significa allenare la Nazionale. Ringrazio il pubblico di San Siro”.
Il rapporto tra la squadra e Ventura si è incrinato dopo il pesante ko contro la Spagna (senza dimenticare la riunione degli azzurri dopo il pareggio contro la Macedonia, con Ventura escluso). Una spaccatura – come rivelano fonti autorevoli – che si è protratta fino a poche ore prima della sfida decisiva contro la Svezia, con il ct che ha minacciato di rassegnare le dimissioni dopo un confronto acceso con alcuni giocatori sulla formazione da schierare in campo. E la sconfitta si è portata con sé anche l’addio di pilastri come Buffon, De Rossi e Barzagli: “Sapevamo che era il Mondiale anche dei ragazzi che questa sera hanno lasciato. Con il presidente parlerò come al solito, ma ci sono parecchie cose da valutare”, prosegue.
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“La mia colpa maggiore? Fino alla gara con la Svezia era andata come ci aspettavamo, la colpa è di avere fatto due partite decisive senza avere fatto un gol. Qualunque parola, adesso, sarebbe inutile”.
Gli chiedono se magari ha ancora voglia di restare per curare la fase della ricostruzione: “Questo è un argomento che potrà essere trattato con la Federazione ma in questo momento non mi sento di affrontarlo. Ci vedremo con i dirigenti, dirò tutto quello che penso e che ho passato in questi ultimi periodi, ascolterò le loro opinioni e qualunque cosa verrà decisa sarà da me accettata”. E’ evidente, anche da questa risposta, che la Federazione gli ha chiesto le dimissioni e che lui aspetti di raggiungere un accordo di buonuscita. Altrimenti ci sarà l’esonero. In ogni caso il rapporto di Ventura con la Nazionale si chiude qua.
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Ventura chiede comunque scusa agli italiani: “Chiedo scusa, assolutamente sì. Scusa per il risultato, non per l’impegno che c’è sempre stato. Certo, il risultato è la cosa principale”.
Ventura, per la verità con pochissima convinzione, smentisce che si fosse rotto qualcosa dopo la sconfitta di Madrid: “La partita di stasera ha confermato il contrario, non si fanno 90 minuti in questa maniera, con questa partecipazione, se il gruppo è rotto. Abbiamo fatto questo lavoro con grande serietà e professionalità”.
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La conferenza stampa finisce presto perché Ventura è decisamente restio alle parole e l’ufficio stampa lo “salva” adducendo premura per il rientro. Ma l’addio è fuor di dubbio, impossibile pensare di andare avanti in questo contesto. Da risolvere dei problemi economici relativi al suo contratto di Ventura, in scadenza nel 2020 ma con una clausola specifica in caso di mancata qualificazione al Mondiale. Già oggi potrebbero esserci delle novità. Dopo l’addio di Ventura saranno i vertici federali ad andare sulla graticola. Il calcio italiano sembra proprio alla vigilia di una nuova pagina e di un cambiamento radicale.
vorrebbe pure la buonuscita? tipico vezzo italico, più fai danni più soldi ti danno…