Diritti tv Serie A: la riforma Lotti aiuta le piccole? L’analisi
La Serie A potrebbe cambiare volto. A renderlo possibile potrebbe essere la nuova legge di bilancio e il cambio di passo voluto dal ministro dello Sport Luca Lotti in merito ad una nuova redistribuzione dei diritti tv che favorirebbe le piccole a capito delle big del calcio italiano, al fine di ottenere un campionato più equilibrato anche sul piano economico.
Nella nuova legge sulla ripartizione dei diritti tv (che ammontano fino al prossimo giugno a circa 924 milioni di euro annui) non aumenterà infatti solo la quota divisa in parti uguale (dal 40% al 50%) ma cambieranno anche i criteri di spartizione di una cospicua fetta di fondi che fa riferimento alle tifoserie delle rispettive squadre; invariata invece la quota del 20% da dividere in base a risultati storici (5%) e degli ultimi 5 anni di campionato (15%).
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Se finora infatti un 30% dei diritti tv era diviso in base ai bacini d’utenza (legati ad indagini di mercato e di popolazione) si ipotizza un passaggio ad un criterio legato sì alla storia e prestigio del club, ma anche all’effettivo numero di spettatori “paganti” legati a quel club. Secondo una simulazione del portale Calcio e Finanza, ipotizzando un incasso al rialzo nella prossima asta per i diritti tv (triennio 2018/2021), il divario tra prima e ultima potrebbe ridursi fino quasi a un rapporto di 2 a 1 (ad esempio la Juventus incasserebbe 87 milioni – 20 milioni in meno di adesso – il Benevento potrebbe incassarne quasi 40 – quasi 15 in più).
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Tutte le big (in teoria) continuerebbero ad incassare oltre 80 milioni di euro all’anno, ma l’incremento per le squadre medie piccole sarebbe molto alto e una squadra come il Sassuolo (penalizzata dai bacini d’utenza) passerebbe sulla carta dai 24 milioni di euro di quest’anno fino a quasi 43 milioni grazie anche alla riforma voluta dal ministro Lotti.
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