Dybala: “L’Instituto è la squadra del cuore, lì ho fatto la storia”
Paulo Dybala, attaccante del Palermo, dalle colonne del Guerin Sportivo ha parlato dei suoi esordi nel mondo del calcio: “Il primo contatto col calcio vero fu il debutto nell’Instituto, match contro l’Huracan. Avevo 17 anni. Rimasi in silenzio per tutto il viaggio in pullman, anche nello spogliatoio non parlai mai. Però si avvicinarono a me tutti i vecchi e ognuno di loro mi disse una parola di incoraggiamento. Sono cose che non dimentichi più. E la prima palla toccata fu un assist azzeccato per il gol di un compagno. Finì 2-0. Ho ricordi molto belli di quel lungo periodo, durato nove anni, dai 10 ai 19. Mi hanno sempre trattato come il piccolo di casa e mi hanno coccolato. Mi chiamavano “de la pension” perché stavo nell’ostello. Se sono diventato un calciatore professionista, lo devo all’Instituto. Rimane la mia squadra del cuore, anche se è una piccola realtà della seconda divisione. Io tifo Instituto. Poi simpatizzo un po’ per il Boca, perché era la squadra di mio papà. A proposito: all’inizio mi aveva portato lui all’allenamento a Cordoba, un’ora di automobile dalla nostra casa a Laguna Larga. Dopo che lui morì, tornai per sei mesi a casa, finché l’Instituto non mi propose di andare a stare nell’ostello. E da lì il “pibe de la pension”. Ma non fu facile, specie all’inizio”. Alla fine, invece, Dybala riuscì anche a battere due record appartenenti nientemeno che a Mario Kempes: “Da piccolo vedevo Kempes come un mito, come un grande giocatore. I record che ho centrato all’Instituto si devono alla mia lunga permanenza in quella squadra: sono stato il più giovane calciatore a segnare un gol nella storia del club, e qui ho battuto Kempes per la prima volta, poi ho giocato 38 partite consecutive in campionato, superandolo nuovamente. Ed è comunque incredibile che io sia riuscito a migliorare i numeri di un giocatore che ha fatto la storia del calcio argentino”.