Fallimento: la Procura e i 900 mila euro della discordia. Il Palermo attende con fiducia
“Attesa con fiducia”. Questo il titolo scelto dal Giornale di Sicilia per riportare la cronaca e i retroscena dell’udienza presso il Tribunale di Palermo, l’ultima prima della decisione dei giudici sull’accoglimento o rigetto dell’istanza di fallimento a carico del Palermo calcio, che ora prova a concentrarsi sul campo in vista della corsa promozione.
ZAMPARINI: “DOPO LA SENTENZA, INVESTITORI IN ARRIVO. BACCAGLINI…”
Fiducia ribadita dal presidente Giammarva per due volte, dopo l’udienza e in un comunicato ufficiale nel pomeriggio, anche dopo la presentazione da parte della Procura (riporta Benedetto Giardina) di una nuova “prova” a sorpresa a procedimento terminato: gli estratti conto del club, in attivo di 900 mila euro alla data di martedì scorso (la cui ammissibilità a fine procedimento è tutta da verificare) e che secondo i pm sosterrebbe la tesi dei flussi di cassa irregolari e l’inadeguatezza delle risorse per sostenere la gestione ordinaria del club.
IL RACCONTO DELLA GIORNATA IN TRIBUNALE
Tesi che però viene seccamente smentita dal club, che risponde ricordando le tante possibili fonti di ricavo di un club di calcio (botteghino, mutualità, sponsorizzazioni e anche il famigerato paracadute) e soprattutto sostenendo che tale conto sarebbe al contrario la dimostrazione delle capacità finanziarie di Zamparini.
FALLIMENTO PALERMO, LA RICOSTRUZIONE TAPPA PER TAPPA
I pm hanno anche chiesto la sostituzione dei periti in riferimento alla valutazioni contrastanti sull’operazione Mepal – Alyssa, ma tale richiesta (si legge) non sembra avere grosse chance di successo. E Il Palermo continua ad ostentare fiducia: “La società intende ribadire il proprio convincimento sull’esito positivo della vicenda. La Procura non ha scalfito le nostre tesi”.
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