Fallimento Palermo: il trucco del factoring. Buco in bilancio di 30 milioni?
“Il trucco del factoring”. Questo il titolo scelto in prima pagina da Repubblica Palermo per introdurre i temi legati alla prima udienza fallimentare del club rosanero, in cui sarebbero emersi nuovi dettagli sulle accuse della Procura.
Un’udienza che è stata rinviata al 16 dicembre per permettere alla Procura di visionare i nuovi documenti presentati dal Palermo (che si mostra fiducioso di poter ribattere all’ipotesi di debito per 63 milioni). Ma tra le carte della Procura (scrivono Tripi e Patané) si celerebbe anche il sistema del c.d. factoring, cioè la cessione dei titoli di credito.
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L’istanza di fallimento e la perizia realizzata dal dott. Colaci avrebbero scoperto che il Palermo ha fatto anche ricorso alla cessione dei titoli di credito (esistenti o futuri) relativi alle operazioni in uscita sul calciomercato: il club a fronte di un pagamento rateale da parte di altri club avrebbe dunque ottenuto liquidità immediata dalle banche o dalle società di factoring per poter iscrivere a bilancio l’intera somma in tempi brevi.
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L’accusa della Procura, però, scrive il quotidiano, è che il Palermo avrebbe inserito a bilancio non le effettive somme ma “l’intero credito al lordo della commissione, facendo quindi affidamento sulla carta su denaro che in realtà non è mai entrata”, maturando un buco di bilancio e debiti verso tali società di factoring per circa 30 milioni, quasi la metà del totale contestato al club.
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