Felici: “A Palermo mi sento ancora in B. Liverani un maestro, ecco il nostro patto”

A Palermo per vincere. Questa l’ambizione di Mattia Felici, classe 2001, che, intervistato da Salvatore Geraci per il Corriere dello Sport, racconta la sua infanzia, i suoi inizi da giocatore, le sue passioni, le sue superstizioni, svela la propria personalità e commenta il suo primo mese da giocatore rosanero, diventato quasi da subito un titolare inamovibile in virtù delle regole degli under.

ACIREALE KO A TAVOLINO: PALERMO DA SOLO IN TESTA

Felici è passato in prestito dal Lecce a Palermo, ma lui di differenze non ne vede: “Al Barbera mi sembra di essere ancora in B. Liverani? Mi ha notato nel Tor Tre Teste, inondato di consigli, portato a Lecce, fatto esordire in B, regalato la promozione in A, consigliato al Palermo: la mia stella polare. Mi ha mandato un messaggio: ‘Palermo è una piazza importante, fai bene e ci vediamo l’anno venturo’. Qui di passaggio? Mi piacerebbe restare e giocare. Ma sarebbe anche difficile dire di no alla serie A”.

Palermo e i tifosi rosanero hanno iniziato a scoprire Felici e le sue serpentine in queste settimane e lui ammette: “Il dribbling è la mia specialità, anche se fisicamente vorrei essere più robusto. Pergolizzi? Il primo giorno abbiamo parlato molto. E’ disponibile. Quando poi ti fa sapere che la sua porta resta sempre aperta, è il massimo. Le più grande emozioni della mia carriera? Due: l’esordio in B, perché non me l’aspettavo. Il cuore si è fermato, le gambe non ne volevano sapere. E la promozione in A. Una giornata di grande follia nello spogliatoio, in pullman per la città e a cena”.