Fiordilino, un po’ di rosa in serie A: da Casteldaccia a Venezia, che impresa!
Da Casteldaccia a Venezia per fare la storia. Luca Fiordilino, palermitano con il calcio nel sangue, festeggia la Serie A. Sembra passata una vita da quando il papà Mario gli gridava “Vai Luchino, vai!”, spronandolo a raggiungere un palcoscenico che adesso è diventato realtà. Il talento c’era, lo vide anche Tedino che lo definì “un esempio in campo” in tempi non sospetti. Lui ora vive a Venezia, papà e mamma (Mario e Margherita) a Casteldaccia.
Luca aveva il rosanero nel sangue: il nonno gli regalò il primo pallone che era ancora in fasce e durante la maturità fece addirittura una tesi sulla costruzione del Barbera. Un sogno, quello di vestire il rosanero, poi concretizzatosi con una lunga trafila nelle giovanili di viale del Fante. Fino ad arrivare alla prima squadra. La sensazione era che quella maglia per lui pesasse più di altre. D’altronde il calcio nella famiglia Fiordilino è un “affare di famiglia“: il nonno paterno Giacinto era terzino sinistro del Casteldaccia; il papà ala e centrocampista; anche il fratello era un esterno difensivo. Insomma, pane e pallone.
“Già a sei anni – raccontò anni fa il padre al Corriere dello Sport – voleva giocare con noi. Prese palla e no look lanciò di esterno suo fratello. Istinto puro. Allenavo il settore giovanile, Luca mi correva dietro. Poi fece un “Milan Campus” ad Alcamo con Ganz che lo volle a Milano per un provino. Fu scelto ma era troppo piccolo. Il Palermo bruciò la concorrenza. Quando telefonarono, pensavo volessero Alberto, il più grande. Risposero: “No, il bambino …”.
Adesso le strade del club e del palermitano si sono divise: Luca è diventato un punto imprescindibile della squadra di Zanetti, i rosanero hanno faticato parecchio in serie C abbandonando ad Avellino i sogni di una miracolosa impresa. Ci riproverà l’anno prossimo, magari con lo stadio pieno dopo un anno e mezzo di spalti vuoti a causa della pandemia. “La squadra dovrà riportare entusiasmo e calore perché il Barbera torni quello di una volta”, ha detto Fiordilino conoscendo l’ambiente. Intanto si gode il nuovo palcoscenico della serie A.
Un ’96 che si allenava con i ’93 del Bagheria. Auguri Luca
Non ricordo che sia stato mai il migliore in campo, ma neanche che gli dessero un voto insufficiente. Si faceva sempre la sua partita, intelligente tatticamente, giocava..facile e bniente sbavature. Un soldatino sul quale potevi sempre contare. Io lo ricordo così. E$ntrava spesso dalla panchina ma usciva sempre con la maglietta sudata. Così lo ricordo e gli auguro cose belle.
Non credo che lo ricordi molto bene….
ricordamelo tu
Minchiate!!!