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GdS – “Garanzie per il mercato, la famiglia Mirri si spacca”

Daniele Mirri, padre del presidente del Palermo, ha avviato un arbitrato per invalidare tutte le decisioni prese dal figlio durante un’assemblea della Damir (che detiene una quota di Hera Hora) del 4 agosto, nella quale il numero uno del club rosanero è stato nominato “amministratore unico con carattere d’urgenza”.

Lo riporta il Giornale di Sicilia, con un articolo molto dettagliato – a firma di Benedetto Giardina – che trae spunto dalla relazione del Collegio sindacale allegato al bilancio 2020 della Damir, approvato circa un mese fa. “Tale provvedimento – si legge – è stato assunto con carattere d’urgenza per la necessità di sottoscrivere, da parte della Damir srl, la lettera di patronage richiesta dal sistema bancario, per rilasciare la fideiussione volta a garantire l’adempimento da parte di Palermo FC Spa di parte delle sue obbligazioni”.

Daniele Mirri contesta la validità dell’assemblea di agosto e, in particolare, al figlio Dario “di non aver riferito nulla sulle trattative finalizzate alla vendita della partecipazione nella Hera Hora”. In sostanza, Daniele Mirri chiede che vengano invalidate tutte le decisioni assunte in quella assemblea del 4 agosto, contestando perfino la convocazione dell’assemblea – che non sarebbe stata conforme alla legge e allo statuto sociale – e che la revoca dell’amministratore unico Daniele Mirri con la contestuale nomina di Dario Mirri sarebbe invalida perchè non prevista da un punto all’ordine del giorno dell’assemblea.


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18 thoughts on “GdS – “Garanzie per il mercato, la famiglia Mirri si spacca”

  1. Io non mi fido di padre e figlio!! Chissà cosa ci sarà sotto dietro a questa “contestazione “del padre al figlio! Molto strana anomala direi! Secondo me , è di natura cautelativa servirà per proteggere entrambi. Spero di sbagliarmi ma ………conoscendo il loro modus …non mi stupirei affatto.

  2. A leggere tutte queste notizie viene il mal di stomaco. Speriamo che si faccia chiarezza al più presto . Ho avuto sempre l’impressione che i Mirri si siano ritrovati a gestire il Palermo per sbaglio.

  3. Il calcio e ‘una brutta bestia. Devi avere spalle larghe per poterlo gestire, non i soldi contati . Grandi capitali per coprire perdite che in C sono la regola e per rilanciare, come fatto da de Laurentis a Bari ad esempio. Mirri dà l’impressione di avere approntato soldi contati , fino a giugno, come se il calcio potesse essere gestito a tempo. Ma che ragionamento è?

  4. Il calcio non è a tempo. Richiede soldi , tanti, programmi , competenza. Non finisce mai, devi essere pronto a coprire buchi e rilanciare. Altrimenti lo devi vivere da tifoso. Oggi vai allo stadio, domani no. Non puoi viverlo da proprietario a tempo. Non esiste . Qualcuno spero glielo faccia capire una volta per tutte. Altrimenti rassegnamoci e aspettiamo il prossimo fallimento.

  5. Non comment. Inutile commentare , siamo in mano a nessuno. Il calcio è programmazione. I Mirri lo sanno . Finché non avremo una società forte di tutto , pranzeremo così. Solo la maglia.

  6. ora si sciarriano pure in famiglia…non ci si capisce più niente….qualcuno esperto in queste minchiate può fare luce???’

  7. Un sentito ringraziamento a chi ha carcato, voluto e sostenuto questi signori. Grazie davvero. Per fortuna che questo non è il Palermo Calcio.

  8. ‘La guerra dei Roses’. Che ha combinato Mirri junior? Ma niente, (ragazzi!) è una marachella, però a fin di bene, è o non è il Presidente-Tifoso? Intanto riappare un mostro, ultimo incubo della prima serie, che sembrava esorcizzato: fideiussione, per definizione una bomba ad orologeria, che quando scoppia provoca guai seri. ‘Il danno’, di cui parla con toni preoccupanti, Mirri senior, il capo-famiglia, ora evidentemente allarmato soprattutto dal silenzio di tomba che grava sulla cessione delle quote della Società, il blasonato Palermo FC. Preoccupazione legittima, visti i numeri ufficializzati proprio ieri. Altro che bancomat! Una mangiasoldi vorace, capace di fagocitare una ventina di milioni, alla fine del ‘piano triennale’, compreso l’unico pezzo di argenteria, svenduto di fretta al primo offerente. E altro che serie A e accostamenti con la Fiorentina, ora di Comisso. Un miliardario, che però si sta rivelando un vero Maestro dell’ ‘accatta e binni’.

  9. Non ci credo mai a questa lite familiare. Dovremmo capire bene quale era per intero l’ordine del giorno di questa assemblea invalidata. Secondo me questa decisione è concordata per rendere nulla qualche altra determinazione contenuta nella assemblea.

  10. Leggo in giro poi, sempre più spesso, accuse ed insulti rivolti al Sindaco, reo di aver ceduto la Squadra della Città in maniera scriteriata. Non vedo alcuna colpa, anzi, meritevole la scelta di non privare la Città della ‘squadra del cuore’, del suo stadio, per almeno un anno. Anche sorvolando su qualche impedimento, in relazione ai severi presupposti del ‘Bando’. Peraltro al di là di Mirri e Di Piazza (forti di un capitale sottoscritto pari a 15 milioni)  c’era soltanto un po’ di improvvisato teatro. Una scelta comunque inizialmente molto apprezzata dal ‘popolo rosanero’, smanioso di ritrovare la verginità perduta e veracemente un’antica dignità. Lo dimostrano gli abbonamenti record per la Serie D. In netto contrasto con i precedenti del (vecchio) Palermo, in Serie B (ma sempre ai vertici). Rapporto: 5/1, 10mila/2mila.

    1. E comunque, in questo afflato generale per la lapidazione del Sindaco, tutti dimenticano che Orlando era affiancato da Vizzini e l’ex giudice Guarnotta.
      Come diceva quello: “per la precisione.”.

  11. Daniele Mirri si è dimesso nel giugno 2021 dal Consiglio di amministrazione di Hera Hora. Questa la sua dichiarazione al riguardo rilasciata a settembre: “Mi sono dimesso già da giugno, perché c’erano alcune cose che volevo chiarire. Io avevo votato per la liquidazione di Hera Hora, per evitare il recesso di Di Piazza”
    Adesso, da quel che mi pare di aver capito, Mirri senior rivendica l’invalidità di tutte le decisioni prese dal figlio durante un’assemblea della Damir del 4 agosto. Ma se realmente Daniele Mirri si è dimesso nel precedente mese di giugno, a qual titolo può rivendicare atti societari del figlio risalenti ad agosto?.
    La prima sensazione, a pelle, e che il vecchio Mirri avrebbe volentieri liquefatto (liquidato) il patrimonio di Hera Hora e, di conseguenza, il Palermo, cosa che gli è stata impedita dal figlio. La mia conclusione, rivolta ai Mirri, è: cedete al più presto, anche a costo di perderci qualcosa, perché rischiate voi di perdere tutto e noi, di aver perso tre anni e di dover ricominciare da capo in un futuro estremamente incerto. Famiglia Mirri, non credo che vi farebbe piacere diventare per noi quello che la SIGI oggi rappresenta (in negativo) per i catanesi. Oltretutto,se Catania merita 100, Palermo, per la propria storia calcistica merita 1000.

    1. Stia attento a non fare confusione, parliamo di due società diverse. Una cosa sono le dimissioni da Hera Hora, un’altra cosa sono le contestazioni che compaiono nel verbale del collegio sindacale della Damir. Daniele Mirri, questo è l’oggetto del contendere, sarebbe stato estromesso dal ruolo di amministratore unico di Damir in modo ritenuto non corretto (gm)

      1. Sì, in effetti non avevo focalizzato con la massima attenzione e La ringrazio per la precisazione. Ma, in ogni caso, se è vero che “Daniele Mirri contesta la validità dell’assemblea di agosto” (della DAMIR) e, in particolare, al figlio Dario “di non aver riferito nulla sulle trattative finalizzate alla vendita della partecipazione nella Hera Hora” e se l’urgenza del cambiamento attuato in Damir è stata dettata dalla “necessità di sottoscrivere la lettera di patronage richiesta dal sistema bancario, per rilasciare la fideiussione volta a garantire l’adempimento da parte di Palermo FC Spa di parte delle sue obbligazioni”, mi pare di ovvio che la spaccatura tra padre e figlio sia “sostanzialmente e strettamente” legata alla questione Palermo FC . Poiché il passato (abbastanza recente) ci ha insegnato che al Palermo nulla viene perdonato, contrariamente al “tutto perdonato” cui si assiste in altri luoghi, preoccupanti sarebbero i danni che riceveremmo da tale spaccatura. Se Mirri (figlio) non avesse agito di urgenza ed in tal maniera, allora la Palermo FC Spa non avrebbe avuto la necessaria fideiussione con tutto quello che ne sarebbe conseguito?
        Certamente non sono conoscibili tutti i dettagli della vicenda ma, altrettanto certamente, adesso molti pensieri su di essa possono essere più illuminati e prendere la giusta forma. Chissà se Daniele Mirri sedeva in tribuna oppure anch’egli sui polverosi seggiolini della gradinata. Suol dirsi che i panni sporchi si lavano in famiglia, ma la storia della grande famiglia “Palermo” è troppo importante (anche come partecipazione di vite esprimenti emozioni e sentimenti) per affidarne il destino alle lotte interne ed alle sole decisioni degli attuali “detentori” (sottolineato tre volte).

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