Gds – Palermo, adesso si pensi a ricostruire su basi solide
Ecco una lettera pubblicata oggi dal Giornale di Sicilia che analizza il successo di ieri del Palermo che è valso la salvezza: “Fiuu. Salvezza. Festa, come fosse Champions. Accontentiamoci. Sperando che sia l’ultima volta. È stata una serata per cuori forti. Resterà per sempre scolpita nella storia del Palermo. Come la promozione del 2004, la prima Coppa Uefa, le finali di Coppa Italia. Gioia, paura, tremarella, felicità, c’è stato tutto. Un contenitore di emozioni, ma era normale che fosse così. Il Palermo resta in Serie A alla fine di un anno horribilis. Al diavolo tutto quello che è successo da gennaio a ieri. Al Diavolo anche le polemiche che hanno preceduto la partita. Su quello che è successo in Udinese-Carpi meglio stendere un velo. Lì qualcosa di malizioso c’è stato, al Barbera niente. Contava solo restare in A, il Palermo c’è riuscito. Facendo quello che doveva, ovvero battendo il Verona. Complimenti alla squadra per il sussulto finale. Applausi a Ballardini che è riuscito a rimettere in piedi un malato quasi terminale. Un miracolo, nel calcio esistono. Basta vedere cosa ha combinato il Leicester in Inghilterra. Altra storia quella lì, una favola, qui un thrilling. Col Verona si trattava di sopravvivenza, di difendere un patrimonio. Palermo non poteva perdere la A. Non l’ha fatto“. Poi spazio alla gestione Zamparini: “Immaginiamo che da oggi inizierà il pellegrinaggio a Santa Rosalia. Dovuto. In testa dovrebbe essere Zamparini. Un ringraziamento alla Santuzza è il minimo dopo tutto quello che ha combinato. Tre anni fa c’era già stato il putiferio, con un allenatore dietro l’altro. Era arrivata una retrocessione, si pensava a quella lezione come un tesoro. Macché, Zamparini ha fatto peggio. Sinceri, è anche difficile ricordare tutti quelli che si sono seduti sulla panchina del Palermo. Allenatore della Primavera, vice del vice, persino un argentino che non poteva guidare una squadra di A. Improvvisazione. S’è visto di tutto. S’è vissuto soprattutto un incubo. L’ultimo, per favore. Nessuno vuole più mettere a rischio le coronarie come ieri. Il calcio è passione, ma anche progettazione. Quando nel Palermo c’è stata si sono sfiorati traguardi che certe squadre si sognano. L’Europa, la Champions persa per un niente, la finale di Coppa Italia. Era un Palermo Bello, forte. Smuoveva la gente, all’Olimpico c’erano quarantamila palermitani. Dopo quella finale di Roma, il mondo s’è capovolto. Zamparini ha smesso di investire, puntando sulle plusvalenze. Una volta può funzionare, due pure, dieci no. Il progetto? Solo parole. E senza un’organizzazione non si va da nessuna parte. In qualunque azienda. Il Palermo lo è. Una volta c’erano un ad, un ds. Ora c’è solo un uomo al comando. Zamparini deve capire che non può fare tutto da solo. Altrimenti il Palermo resterà brutto come quello di quest’anno. E la gente continuerà a scappare. Il Palermo ha bisogno di investimenti e stabilità. Sperando che arrivino nuovi soci. Ricostruire su basi solide è un imperativo. Palermo ha dato e, seppur tra mille difficoltà, è pronta a rifarlo. Ma basta con promesse, parole e proclami. Ora servono fatti come all’inizio dell’era più bella del Palermo“.