Bravi ragazzi: tutta Palermo aspettava questa risposta
Potrebbe essere un fuoco di paglia, potrebbe essere la svolta del campionato. Lo sapremo nel giro di un mese, quando avremo affrontato tre partite alla nostra portata. Sicuramente quella di Genova è una vittoria che lascia il Palermo appeso al campionato, perché al 20’ del secondo tempo – sul 3 a 1 per il Genoa – eravamo più fuori che dentro.
Sono particolarmente contento perché questa vittoria dimostra – come mi sforzo di dire fin dall’inizio della stagione – che la salvezza è possibile. Non probabile, ovviamente, ma possibile. E considerato che la squadra è piuttosto modesta (anche ieri gli svarioni difensivi sono stati da incubo) per raggiungere la salvezza bisogna fare ricorso a tutte le cose possibili, a cominciare dal calore di una piazza che come poche altre in Italia “sente” la squadra, vive il calcio in modo totalizzante.
Il pubblico e il suo entusiasmo sono uno dei fattori principali che possono contribuire al miracolo della salvezza. Criticare Zamparini per molte scelte degli ultimi tre anni è lecito e a tratti doveroso (e questo giornale non ha certo lesinato critiche), tagliarsi i coglioni per fare dispetto alla moglie è invece un gesto autolesionistico, non serve a nulla.
Tutte le volte che ho scritto questo concetto sono stato accusato di essere un lecchino di Zamparini, di essere “venduto” a qualcuno (non so a chi e neanche per quanto). Lo ridico oggi di nuovo, nella speranza che l’euforia del successo possa far comprendere meglio il significato delle mie parole. Proprio cinque giorni fa avevo scritto che i giocatori non avevano più alibi, che non era più il momento di nascondersi dietro le colpe di Zamparini o di De Zerbi per giustificare le troppe sconfitte. E la risposta che è arrivata da Genova è di quelle che fanno bene al morale, la squadra ha reagito alle avversità, alla sfortuna e ai propri errori, quando ha raggiunto il pareggio non ha pensato a difendersi ma ha continuato ad attaccare per vincere, per respirare aria buona, per allontanare l’incubo di un campionato finito già a gennaio. Bravi ragazzi, è così che vi vogliamo.
Con il Pescara sarà importante, ma non decisiva (non vedo l’ora di cancellare quella clamorosa onta degli zero punti in otto partite). Mi auguro che la squadra continui a seguire la serena guida di Corini e che ci sia una perfetta unione di intenti e sentimenti con la tifoseria che – lo ha dimostrato anche quest’anno – non aspetta altro che un segnale di buona volontà per tornare a corteggiare i suoi amati colori.
Per quanto possibile, dimenticate Zamparini, per battere il Pescara non serve lui.
P.S. Ho trascorso la tarda serata a scorrere le bacheche di Facebook, poche volte mi sono divertito così. C’erano, immischiati nello stesso “scroll”, commenti vergati sul 3-1 e i “sucaaaa” di felicità postati al 95esimo, le parolacce a Zamparini coperte dalle urla di gioia e dagli inviti a rivedersi giovedì allo stadio per la sfida al Pescara. Uno tsunami di emozioni che conosco bene, tipico di questa città. Nel giro di tre settimane siamo passati dalla rabbia blu per l’ennesima sconfitta di De Zerbi, all’entusiasmo per il ritorno di Corini, dalla beffa di Firenze alla speranzosa “occupazione” dello stadio contro il Chievo; dalla delusione cocente del terzo gol del Genoa all’urlo liberatorio al gol di Trajkovski. Palermo è sempre Palermo.
Distinguiamo le due cose: l’attaccamento e l’incitamento alla squadra non si discute e va al di là dei detentori delle colpe di questa allucinante stagione; ma è anche vero che la contestazione aspra (aspra non violenta) nei confronti del Grande Bugiardo é un dovere morale (ma anche un diritto) della tifoseria rosanero
Speriamo solo che i pecoroni………..diminuiscano vertiginosamente.