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Genoa-Palermo, il confine tra i record negativi e una ruota da far girare

L’ha detto chiaramente Eugenio Corini: in questo momento devono venir fuori gli uomini. Serve una prova d’orgoglio a questo Palermo, probabilmente il peggiore mai visto in Serie A, che però nella mediocrità generale del campionato italiano può ancora nutrire qualche speranza di rimontare verso la salvezza. Una chimera che dista otto punti dopo il successo dell’Empoli contro il Cagliari, ma con ancora oltre metà campionato da disputare. Per poter pensare positivo, però, serve far risultato in casa del Genoa, in un campo inviolato nel corso di questo girone d’andata.

Un Genoa imbattuto in casa, tutto il contrario di questo Palermo che proprio tra le mura amiche ha costruito la strada che la sta portando verso la retrocessione. Perché il magro bottino di sei punti, se preso in considerazione con le sole trasferte, avrebbe tutt’altro sapore con un andamento casalingo quantomeno in media con le dirette concorrenti. Invece no, in casa il Palermo rimane a secco ed è in trasferte ostiche come quella di Marassi che i rosa devono tirar fuori gli attributi per rimediare ad una situazione di classifica a dir poco tragica.

Corini ha dato qualche piccolo segnale escludendo Bouy dai convocati e facendo capire al resto della squadra che bisogna cambiare atteggiamento per non affondare. Lui, dal canto suo, cambierà qualcosa sul piano tattico: difesa a tre confermata per forza di cose, ma centrocampo meno imbottito per dare maggiore libertà alla manovra. D’altronde, il Genoa è squadra che attacca in massa. Sperare in qualche corridoio scoperto è lecito. Poi starà ai trequartisti (un plurale che mancava da quando De Zerbi s’ostinava a provare Hiljemark dietro Nestorovski) inventare qualcosa.


Alla fine della fiera, potrebbe non essere soltanto l’ennesimo cambio di formazione. È vero, il Palermo non ha mai presentato due volte lo stesso undici titolare, però stavolta Corini sta seguendo un filo logico ben diverso da quello seguito da De Zerbi. Prima c’era la sensazione di voler sperimentare quante più soluzioni possibili alla ricerca di quella giusta, adesso la composizione della formazione è più simile ad un puzzle. Solo che i tasselli bisognerà incastrarli a forza, almeno finché il mercato non porterà con sé qualche rinforzo. Per GenoaPescara, intanto, si andrà avanti con questi. E se la striscia di sconfitte dovesse allungarsi ulteriormente, forse nemmeno la campagna acquisti potrà servire a qualcosa.

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