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Giornalismo sportivo in lutto, è morto Gian Paolo Ormezzano

Il giornalismo sportivo piange la scomparsa di Gian Paolo Ormezzano, figura iconica della cronaca sportiva italiana. Aveva 89 anni e lascia un’eredità indelebile nel panorama giornalistico

Già direttore di Tuttosport dal 1974 al 1979 e firma storica de La Stampa fino alla pensione nel 1991, Ormezzano ha continuato a collaborare con diverse testate, tra cui il Guerin Sportivo e Famiglia Cristiana. Grande appassionato di sport e cultura, ha saputo raccontare con straordinaria profondità eventi storici, dallo sbarco sulla Luna ai Giochi Olimpici di Roma e Monaco, fino al trionfo mondiale dell’Italia nel 1982. Scrittore prolifico, ha pubblicato romanzi e saggi come “Giro d’Italia con delitto” e “La fine del campione”, oltre ai tre volumi dedicati alla storia di ciclismo, atletica e calcio.

Grande appassionato di ciclismo, ha seguito da vicino le imprese di campioni come Anquetil, Poulidor, Gimondi, Merckx, Moser, Saronni e Pantani. Pur celebrando il fascino del ciclismo eroico del Dopoguerra, ha sempre guardato al futuro, analizzando l’evoluzione dello sport. Celebre la sua definizione del dibattito su chi fosse il migliore tra Fausto Coppi ed Eddy Merckx: “Coppi è stato il più grande, Merckx il più forte”.


Opinionista televisivo per Rai e Mediaset, ha collaborato anche con la Gialappa’s Band a “Mai dire goal”, dimostrando versatilità e carisma. Autore di decine di libri, ha continuato a scrivere e commentare il mondo dello sport anche dopo il ritiro ufficiale, lasciando un segno profondo nel settore. Amava il Torino, ma non si risparmiava critiche costruttive, persino alla Juventus, affrontando sempre ogni argomento con equilibrio e rispetto.

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