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Giovanni Giammarva, il Palermo, l’antimafia e quel 23 maggio “rubato”

“In quest’ultimo anno ho visto e subito cose veramente incredibili, sono certo che un giorno – spero non troppo lontano – sarà fatta piena chiarezza su tutta questa storia”.

L’ex presidente del Palermo Giovanni Giammarva si sfoga. Non lo aveva mai fatto in questi termini ma non sopporta l’idea che una sentenza – anche se riguardante solo l’ordinamento sportivo – possa mettere in discussione la trasparenza del suo operato professionale. Avrebbe fatto ricorso anche per una condanna a “due ore” di inibizione, figuriamoci dopo che la sentenza di primo grado ha confermato i due anni chiesti dalla Procura Federale. E ha già fatto appello, ripercorrendo fatti e situazioni con il supporto di documenti.

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“Ho già subito danni professionali e di immagine per la vicenda del fallimento, una interdizione di un anno dalla professione che poi è stata annullata in Cassazione. L’inibizione, per me che non sono tesserato, non sarebbe un problema concreto ma ho il dovere verso me stesso e verso la mia famiglia di dimostrare che non c’entro nulla con le contestazioni mosse nei miei confronti. I miei comportamenti sono stati sempre lineari, ho lavorato sempre nell’interesse del Palermo senza mai – e dico mai –  derogare di un millimetro dalla correttezza e dalla deontologia professionale”.

Intanto, quasi beffardamente, l’udienza d’appello è stata fissata per il 23 maggio, una data non banale per i palermitani e meno che mai per lei che è il genero di Maria Falcone…

“Non vorrei confondere il sacro con il profano. La ricorrenza della strage di Capaci e tutte le manifestazioni di legalità che coinvolgono la città e gli studenti sono cosa certamente più seria di questa vicenda giudiziaria. Eppure quest’anno per me la giornata della legalità sarà molto diversa dagli altri anni”.

In che senso?

“Per la prima volta non parteciperò a nessuna manifestazione pubblica del 23 maggio. Non vorrei creare imbarazzo a nessuno dei tanti rappresentanti della Procura e dei Tribunali che saranno presenti nei vari momenti della giornata. Non posso fare diversamente dopo che sono stato perfino accusato di corruzione per avere “favorito” qualche ingresso in aula bunker per la cerimonia del 23 maggio scorso. Le sembra una cosa normale? Siccome conosco bene tutti, visto che da 30 anni lavoro come consulente delle autorità giudiziarie, preferisco non creare disagio a nessuno. Sono sicuro che, occupandomi di rilevanti procedimenti penali, ho fattivamente contribuito per la mia parte all’attività di contrasto alla criminalità organizzata. E lo confermano i positivi risultati raggiunti”.

Nonostante quella sentenza della Cassazione a lei favorevole la Procura Federale è andata avanti con il deferimento.

“La Procura federale ha formulato una richiesta sulla base di atti parziali ricevuti dalla Procura della Repubblica e omettendo elementi utili per una oggettiva e imparziale ricostruzione dei fatti”.

Secondo l’accusa lei ha commesso reato di false comunicazioni sociali, fornendo alla Covisoc false informazioni…

“Vorrei ricordare, se ce ne fosse bisogno, che non ho mai firmato un bilancio del Palermo di cui sono stato presidente da novembre 2017 ad agosto 2018 e che il bilancio 2018 è stato approvato a novembre. Nei quattro mesi che sono intercorsi tra la proposta della presidenza (giugno 2017, ndr) e l’accettazione dell’incarico (novembre 2017, ndr) ho analizzato tutti i documenti contabili, oltre 8.000 operazioni bancarie, tutti i flussi dei tre anni precedenti e ho perfino fatto una comparazione con i bilanci di molte altre società professionistiche. Se avessi ravvisato situazioni “fuori legge” stia tranquillo che non avrei accettato”.

Ma le è stato contestato di avere “ingannato” la Covisoc….

“La Covisoc era perfettamente a conoscenza delle risultanze di cui ai bilanci riferiti agli esercizi contestati e soprattutto quello chiuso al 30 giugno 2016 nel quale, per la prima volta, viene esposto il credito Alissa di Euro 40.000.000.  A conferma di ciò che dico, come risulta dagli atti di indagine, un funzionario della Covisoc ha specificato alla Guardia di Finanza che i controlli avvengono non soltanto in base alla documentazione fornita dalle società ma anche con le visite ispettive nelle sedi e che per i bilanci fino al 2016 e per quello del 2017 (allora ancora in corso) l’esito era favorevole. In riferimento alla vicenda Mepal – Alyssa sono stati richiesti dettagli per verificare la consistenza del credito e le scadenze previste per l’incasso della somma. Per intenderci, circa un anno prima che arrivassi io erano già cominciate le interlocuzioni su questo tema, la Covisoc aveva piena conoscenza di tutto ciò che c’era da sapere su questa operazione e aveva ricevuto dalla società numerose comunicazioni. Inoltre i giornali, dell’argomento Mepal/Alyssa, ne hanno abbondantemente parlato molto prima della mia presidenza”.

Fra le accuse c’è anche quella di avere approvato a febbraio 2018, e dunque da presidente, il rendiconto finanziario del secondo semestre del 2017 e lo stato patrimoniale dove era inserito il credito Alyssa di 40 milioni che – per la verità – era già stato contabilizzato nel precedente bilancio.

“Lo Stato Patrimoniale e la Relazione semestrale sull’andamento della gestione al 31.12.2017, entrambi trasmessi alla Covisoc, riportavano i saldi di chiusura al 30 giugno 2017 (iniziali all’1 luglio 2017) che per quanto riguarda il credito Alyssa era ancora pari ad Euro 40.000.000, in quanto non erano ancora scadute le rate di pagamento da parte del debitore. È ormai acclarato, anche da sentenze, che il credito era reale e la prova provata è che il Palermo ha già incassato circa la metà di quel credito pari a 20 milioni di euro, valore molto prossimo alla plusvalenza contestata: nulla lasciava ipotizzare che l’intero debito non venisse saldato alla scadenza dei termini. Ma poi, come avrei potuto non inviare questa documentazione rischiando di non fare iscrivere la società al campionato appena concluso solo sulla base di una ipotesi di reato e in attesa di una sentenza definitiva? E se la società venisse assolta? Chi li avrebbe pagati i danni? Inoltre è da sottolineare che nonostante tutto, dopo circa un anno e mezzo, il Palermo non è fallito. Mi dà l’impressione, quindi, che certe attività istruttorie siano state intempestive e soprattutto che la relazione del perito della Procura (Alessandro Colaci, ndr), nella quale anche i periti del Tribunale hanno riscontrato rilevanti errori, sia stata fuorviante per chi l’ha richiesta. Sarebbe bastato attendere le scadenze del debito (l’ultima il 30 giugno 2019) per avere la certezza dell’eventuale dinamismo o della staticità del credito originario. Non entro in tecnicismi professionali ma ho spiegato tutto nella memoria difensiva che ho presentato e che contiene gli inequivocabili resoconti dei consigli di amministrazione a cui ho partecipato. Dai documenti emerge tra l’altro che avevo anche fatto contabilizzare nel bilancio del 2018 un accantonamento di ben 5 milioni di fondi a tutela del credito Alyssa. Poi non so perchè sia stato eliminato al momento dell’approvazione del bilancio, io non c’ero già più”.

Però lei poi si è dimesso da presidente…

“Storia nota anche alla stampa. I miei rapporti con l’allora direttore amministrativo Daniela De Angeli erano pessimi, non la ritenevo all’altezza del compito e soprattutto era venuto meno il rapporto di fiducia considerato che aveva fatto delle operazioni contro la mia volontà e a mio avviso a discapito della tutela della società. Ho preferito lasciare il mio incarico e il relativo compenso. Delle mie considerazioni ovviamente ho informato Zamparini. Ritengo di avere sempre agito nel pieno interesse del Palermo con la massima correttezza e trasparenza. E lo dimostrerò in tutte le sedi possibili”.

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19 thoughts on “Giovanni Giammarva, il Palermo, l’antimafia e quel 23 maggio “rubato”

    1. Concordo.E’ una persona per bene.Il vero marcio sta in Friuli e dintorni….Non capisco come si sia data conferma ad una collaboratrice che operava senza rispetto delle regole…

  1. Credo alle parole di questa persona,sono sicuro che ne vedremo delle belle di qui all’inizio del nuovo campionato…..

  2. Le parole di Giammarva suonano come un macigno sulla credibilità della nuova proprietà.
    E la conferma di quella che secondo lui agiva non tutelando la società desta pesanti sospetti sull’influenza del domiciliato altro che non c’entra più niente

  3. Giammarva mi sa di uno dei tanti in buona fede “usati” dal domiciliato come parafulmine.
    Chissà cosa gli prometteva a parole….

  4. Spero che finito tutto si conservi la B e che a procedimento concluso si manda via dalla società anche la De Angeli e Foschi in modo di chiudere a scanso di equivoci definitivamente con il passato.

  5. Se avvallano la tesi del non play out il palermo è in serie C se invece rigettano la proposta c’è qualche speranza di salvare la categoria, lunedi o martedi sapremo le nostri sorti.
    LEGA ,FIGC CORROTTI E MAFIOSI

  6. sono d’accordo con frank

    d’altronde non si è capito perché non hanno venduto a york, affare dato per fatto, ma ad arcus in un paio di giorni

    sono sicuro che se avesse acquistato york , la sentenza sarebbe stata diversa

  7. Il finale sulla de angeli la dice lunga su tante cose …1) dell’influenza del vecchio che ha imposto anche alla nuova proprietà la medesima;
    2) sulle qualità i questi quando un dirigente dice così i espone dicendo non la ritengo in grado ecc ha già detto tutto!
    3)sul fatto che la stessa nonostante Giammarva la pensasse diversamente ha fatto operazioni che evidentemente non andavano fatte e questo che serva da monito ai 4!deficienti che hanno scritto grazie Daniela!
    Mi cospargo il capo di cenere e i convinvondella bontà delle operazioni di Giammarva e del suo operato in seno alla società!!pensavo che per soldi avesse prestato il fianco al friulano ma evidentemente….

  8. E’ finita, tutto è già stato scritto, lo volete capire??? La “commissione” ha già sentenziato: serie C oppure prevedibile fallimento. Troppe cose strane stanno accadendo una dopo l’altra, troppi avvoltoi ci stanno fottendo, Balata un pupazzo in mano ai poteri forti, Lotito il nuovo Moggi se non ve ne siete accorti, noi assieme agli altri sciancati del Foggia, siamo i sacrificati di turno o come qualcuno sussurra “carne da macello”, perché non abbiamo “uomini” che stanno nei palazzi che contano, che per il loro tornaconto si vanno a sputtanare per il calcio a Palermo. Dignità e appartenenza venduti nonostante gli abusi plateali che stiamo subendo, siamo diventati la barzelletta d’Italia, provate ad andare a Frosinone, Benevento, Venezia ecc ecc…tutti professoroni che ci pigliano per il culo. Basta, vergogna, non mi sento rappresentato da nessuno ed è per questo che non saremo mai nessuno o meglio “nuddu immiscati cu’ niente”. Propongo di fare una statua in piazza Politeama al mercante per il suo stile, nonché classe, per averci fottuto alla grande…tutti nessuno escluso!!!

    1. Ineccepibile analisi, concordo pienamente con la descrizione, l’unico da colpire è e resterà sempre Zamparini. Mi duole davvero che non ci si ricordi che il Conca d’Oro esiste ancora e produce benefici economici notevoli a quello che ha causato tutto ciò, ma la maggior parte dei panormiti…lasciamo perdere!

  9. Da quello che si evince, LA COVISOC , DOVREBBE PAGARE , PER NON AVER CAPITO NULLA SU GLI EVENTUALI BROGLI CONTABILI ……..

  10. ragionando ad absurdum, con la logica dei diagrammi a flussi:
    Palermo colpevole- covisoc da inquisire – giudici da inquisire per casi analoghi non perseguiti e/o non condannati con stessa misura-lega e federazione da commissariare ed inquisire.
    non si capisce come mai con tutti i miliardi che girano le procure non abbiano ancora effettuato indagini rilevanti sull’indistria pallonara

  11. Non voglio addentrarmi sugli aspetti processuali che non mi competono. Però Giammarva dovrebbe dire a noi tifosi perché nel 2018 dichiarava a RGS che il Palermo fosse una società sana. Mentire è sempre moralmente deprecabile e tutti coloro che hanno fatto parte della corte del Re Sole domiciliato lo hanno fatto.

  12. infatti l’ assurdità di questa situazione è che paga solo la città..con 50 mln di debiti in C è fallimento annunciato, mentre quello che ha causato danni ne esce pulito e magari si va a comprare qualche altra squadra.Sembra quasi un accordo …

  13. giammarva ha avuto la dignità di dimettersi non è rimasto al fianco del domiciliato prestandosi a pagliacciate tipo quella inglese con conseguente cessione alla de angelis…
    ogni riferimento a foscolo è puramente voluto

  14. Dobbiamo prendercela solo e soltanto con il sistema calcio business che consente tutto questo. Un sistema che ha permesso al Palermo ed alla tifoseria di godere pochi anni di gloria solo affidandosi ad un mercante e speculatore senza scrupoli che dopo aver realizzato i suoi 2 obiettivi principali (la costruzione di 2 centri commerciali nell’unica grande città d’Italia che ne era ancora sprovvista) messo da parte al sicuro all’estero un pò di plusvalenze da calcio mercato, ci ha lasciato via via affondare con un agonia assurda durata 5 anni e con uno sprezzo e arroganza ineguagliabili. Prendiamo insegnamento per capire che finchè dura il calcio business Palermo e la Sicilia intera non potranno mai competere nel calcio di vertice e difficilmente rivedremo la serie A. Dovremmo accontentarci di C e forse B, intanto ripartiremo dalla serie D.

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