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Gloria a te Gianni De Rosa, il nostro “canto libero” eri tu

gianni de rosa il nostro canto libero

Vai su YouTube, digita “Palermo 1982” e goditi lo spettacolo. Fenomenale. I giocatori sono sempre in movimento fluido, accentuato dai calzettoni bianchi e da una chioma capelluta che sembra fabbricata in serie. Gianni fa da sponda, spalle alla porta la smista indietro o sulle fasce e poi si gira e scatta: Lopez, De Stefanis o Montesano la metteranno in area, puoi contarci. Se sarà sporca, ci penserà lui a dargli una lucidata: avvitamenti di testa in tuffo, salti imperiosi, spaccate. Eccolo il prototipo del centravanti moderno, ben prima di campioni celebrati come Ronaldo il fenomeno.

L’area aveva il suo padrone e poco importa se gli ospiti si chiamavano Sambenedettese o Pistoiese. Chi ha le chiavi entra pure dalla porta di servizio: corner, marcature ad uomo alla Claudio Gentile e lui si defila, come un leone sdegnato da una preda ormai delle iene. Gianni lo sa dove il pallone arriverà: ecco la “bomba” e poco importa se la vittima di turno si chiama Verona. Sono gemme incastonate come la “Cassanata bianconera“.

Noi ai margini mentre stava nascendo il campionato più bello del mondo ma alla Favorita era già tutto molto bello. L’attacco degli spazi, le ripartenze, l’abbattere gli avversari chiusi a riccio mentre oggi è più facile agire di rimessa che vuol dire giocare in contropiede. A parte la qualità delle immagini, non ci vedo nulla di antico, nel calcio anni ’80 che era quello di Gianni De Rosa: la potenza e il controllo. Meno muscoli, più cervello e tanta professionalità, sancita da ritiri precampionato estenuanti dove facevi il pieno di benzina per tutto l’anno.


Ad ogni rete la corsa verso la curva e l’abbraccio sovrastante dei compagni: pochi secondi e non lo vedevi più. L’esultanza solitaria non esisteva: si vinceva e perdeva in gruppo. Sono piccoli particolari che saltano all’occhio, dettagli che fanno la differenza. Gianni realizza 19 reti e si aggiudica il titolo di capocannoniere al primo anno, poi il “pit stop” per una banale appendicite: tornerà forte come e più di prima ed è ancora doppia cifra. A Napoli “sfiora” Maradona, lo manca solo per un soffio: altro che reti per la salvezza…

E invece non perde l’appuntamento con un destino atroce: anche per un “satanasso” dell’area di rigore c’è sempre un Satana in agguato, nella giungla. Smette quasi quarantenne, da allenatore -giocatore: la passione dopo averci appassionato. Si è preso una fetta di cuore e risiede nel nostro Pantheon, in buona compagnia: quello dei Radice, Di Maso, Vernazza, Troja, Chimenti, Toni. E poi c’era quella sintesi perfetta tra nome e cognome: nome Gianni, cognome De Rosa. Ci stava a pennello.

L’autore dell’articolo è amministratore della pagina Football History

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10 thoughts on “Gloria a te Gianni De Rosa, il nostro “canto libero” eri tu

  1. Grande giocatore per noi vecchi tifosi ROSANERO. Ricordo ancora il gol, sotto la curva Nord, a Garella, portiere del Verona. Tutti noi vecchi tifosi di allora lo ricorderemo con immensa gioia. R.i.p. grande Gianni De Rosa.

  2. Da bambino, quando i miei compagni di cortile nelle partite si immaginavano Platini o Rumenigge io avevo solo due alternative, Montesano o De Rosa . Solo il Palermo, sempre.

  3. Bell’articolo. Grazie per contribuire a tener viva la memoria. Quanto ci fece godere a quei tempi….Gianni De Rosa sempre nel cuore!

  4. Arrivò a novembre dal Como, scambiato con Egidio Calloni. Quasi nessuno sapeva chi fosse, una carriera fin lì oscura. Cominciò a segnare a raffica, non smetteva più. Dopo 11 presenze aveva già fatto 11 gol. Che cos’era Gianni De Rosa! Cosa fu per noi, Gianni De Rosa.

  5. Bellissimo articolo, complimenti, hai fatto rivivere le emozioni della Favorita di quegli anni, era veramente un altro calcio e un altro Palermo e non importa la categoria!

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