I rimpianti del Palermo e le “tabelline” dei cambi di Filippi. Le pagelle ironiche di A&F
Diciamolo chiaramente. È la partita che tutti attendevamo a inizio stagione. Pensavamo che da questo incontro sarebbero passati chissà quali destini per la promozione diretta e magari un posto d’onore per i playoff. Invece è diventato un impegno di fine stagione fastidioso come un tampone per il covid. Il Bari non ha vinto il campionato e rincorre la terza posizione in una stagione senza gloria che sa già di fallimento. Il Palermo aspetta di chiudere per giocare i playoff con scarse prospettive. Insomma, come dice quel gran competente del nostro amico Antonio, professore di luoghi comuni calcistici: “Il classico match fra nobili decadute”.
Con questo animo, allegro come un ristoratore appeso alle decisioni sui colori delle regioni, ci sediamo satolli a vedere questa partita. In difesa ci sono tre difensori veri e già questa ci sembra una bella novità. Almici sale e scende dal centrocampo alla difesa e in avanti rinunciamo a Saraniti e giocano Kanoute, Floriano e Rauti. Al 7’ i rosa si rendono subito pericolosi con un colpo di testa di Rauti alla Lucca che il portiere avversario smanaccia sopra la traversa, in una classica figura da calcio anni ‘80.
La partita non dispiace e comunque dopo venti minuti possiamo dire che il Palermo tiene il campo e non sfigura e questo già vale tutta la nostra soddisfazione. Sembra finalmente la giornata giusta quando su un rimpallo favorevole Kanoute entra in area e viene abbattuto da dietro. Sul dischetto va Floriano che è l’ex con il dente avvelenato e infatti non sbaglia! Il Palermo sembra una squadra quadrata e il Bari non fa paura. Si picchia in difesa e si riparte con convinzione in attacco. Il primo tempo si chiude con una domanda: ma perché non giocano così almeno per due partite di fila?
Al rientro continuiamo a giocare bene e visto che è entrato pure Santana noi siamo quasi esaltati. I pugliesi però ci fanno subito paura con una azione pericolosissima su cui Pelagotti si improvvisa portiere vero. Il Palermo sembra una squadra a noi sconosciuta e continua a giocare con autorevolezza. E Santana ci regala un grandissimo gol perché finta un cross e vede il portiere fuori posizione, beffandolo sul suo palo! Due a zero e tripudio per noi!
Quando ormai stiamo tirando fuori la guantiera dei dolci per un “richiamo” pomeridiano il Bari segna immeritatamente con un tiro da dentro l’area con sette rimpalli e 4 deviazioni, mentre la difesa palermitana ci aggiunge una pennica domenicale. Capiamo che si mette al brutto quando i rosa restano in dieci perché si fa male Almici e Filippi si era incasinato con questa regola balorda degli slot e delle sostituzioni. Noi non ci abbiamo mai capito niente ma è anche vero che facciamo un altro lavoro.
Comincia il classico assedio che ci fa venire voglia di trinitrina. Purtroppo i rosa, in inferiorità numerica auto inflitta per incapacità di leggere e capire il regolamento, non reggono all’urto del Bari che pareggia nel finale con il solito colpevole immobilismo della difesa. È la partita dei rimpianti al quadrato. Per la stagione che poteva essere e non è stata e per un pareggio che sa di beffa. È stato un buon Palermo, ma come sempre è mancato qualcosa.
Pelagotti 7 – Quando c’è da parare finalmente risponde presente. Però se gli avversari lo infilzano da dentro l’area soli soletti non è colpa sua. Pollo allo spiedo.
Accardi 6,5 – Dalle sue parti arriva di tutto e lui cerca di contenere come può. Stremato.
Peretti 7 – Era stato nettamente il migliore dei centrali difensivi. non si capisce perché viene sostituito. Maltrattato.
(dal 15′ s.t. Lancini) 5: il suo ingresso coincide con gli sbandamenti della difesa rosa che, alla fine, costano la vittoria. Non sappiamo se è colpa sua ma neanche se non è colpa sua. Mistero.
Marconi 6,5 – Anche lui stava giocando bene e invece non torna neanche in campo dopo l’intervallo. Incompreso.
(dal 1′ s.t. Marong) 5,5 – Ci mette fisico, impegno e voglia di strafare. Però alla fine gli attaccanti baresi si ritrovano soli a centro area. Spazio libero.
Almici 7 – Era stato uno dei migliori, mostrando doti di spinta e di contenimento da categorie superiori. Fino a quel maledetto infortunio che, alla fine, costa la vittoria. Azzoppato.
De Rose 6,5 – In fase di interdizione non ha rivali, anche se poi si perde un po’ nella impostazione del gioco. Anche lui viene sostituito senza che si capisca il perché. Una vita da mediano.
(dal 5′ s.t. Odjer) 5,5 – Il trottolino tuttofare “settepolmoni” di inizio stagione si è perso. Smarrito.
Luperini 6,5 – Una delle prestazioni migliori per intensità agonistica e supporto su tutta la linea mediana. Però ogni volta che lui gioca bene il Palermo, alla fine, non vince. Paperino.
Valente 6 – Tanta corsa ma poca concretezza. Deve osare di più nel puntare l’avversario. Spuntato.
Kanoute 7 – Un rigore procurato, una continua spina nel fianco della difesa pugliese, anche se manca ancora in fase realizzativa. È il giocatore rosanero maggiormente in crescita nell’ultimo periodo. Peccato che il campionato sia quasi alla fine. Ritardatario.
Floriano 7,5 – Ci teneva a giocare bene e segnare contro la sua ex squadra lasciata, a quanto pare, in modo burrascoso. E ci riesce. Vendicativo.
(dal 3′ s.t. Santana) 7 – Un gol di potenza e astuzia, accompagnato da sprazzi di alta classe. Hors categorie.
Rauti 6 – A noi sta cosa del falso nueve ci ha fatto sempre incazzare. E lui ne paga le conseguenze, anche se non demerita. Vera ala.
(dal 26′ s.t. Saraniti) s.v.:
Filippi 4 – Rimanere con la squadra in dieci quando hai cinque cambi a disposizione è semplicemente inammissibile. Suggeriamo un ritorno sui banchi di scuola, non in Dad. Tabelline.
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Però non si capisce il motivo per cui non si possano sostituire 6 o 7 giocatori o anche tutta la squadra. Come nel poker, perché un cambio max solo di 4 carte e non tutte e cinque? Sono comunque due giochi ugualmente stupidi e ingiusti, vince sempre il più ricco. Nel calcio infatti, alla fine, come ormai assodato, vincono sempre i tedeschi, ma non perché siano i più bravi ma solo perché più ricchi. Di diversa nazionalità in realtà i massimi campioni di tutti i tempi. Maradona, Pelè (e Montesano). Ps Pare che stanotte sia cambiato tutto. Basta resche, va in onda il Campionato dei Campionati, al quale sono ammesse soltanto le più prestigiose e titolate squadre europee. Le più ricche, appunto (anche se di debiti).
Filippi ha una media punti superiore a quella di Boscaglia e ieri la squadra ha giocato da squadra vera il che depone a suo favore, ma si paga la sua inesperienza di allenatore e poi ha sulla coscienza il grosso mistero di Martin – visto che è l’unico giocatore che potrebbe dare una vera mano al centrocampo di palermo dal momento in cui De Dose assomiglio più a Odjer e non a un regista vero di centrocampo. Il problema è che durante i playoff non c’è il tempo per fare esperimenti e palermo cosi non potrà andare avanti per molto ancora
E’ scarso e basta, poca esperienza un altro allenatore avrebbe vinto piu’ partite. B O C C I A T O
Qua mi sa che devono tutti fare esperienza, compreso “l’allenatore”… con cinque cambi siamo rimasti in dieci..e se erano i tre normali, finivamo con una squadra di calcetto!!!…Della dirigenza poi non ne parliamo nemmeno…da inizio campionato non comunica, non è presente…sembrano fantasmi…si sente più chiasso in una discussione con la lingua dei segni….