Iaquinta, chiesti 6 anni di carcere nel processo Aemilia
I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bologna nell’ambito del processo Aemilia hanno chiesto 6 anni di carcere per Vincenzo Iaquinta, 38 anni ex attaccante della Juventus e della Nazionale campione del mondo del 2006. L’accusa da parte dei pm è di reati relativi alle armi (detenzione abusiva), con l’aggravante mafiosa.
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Tra gli accusati nel processo (uno dei più imponenti nel Nord Italia legato ai reati di ‘ndrangheta) c’è anche il padre dell’ex attaccante, Giuseppe Iaquinta, imprenditore edile, arrestato nel corso dell’inchiesta e per il quale la richiesta dei pm ammonta a 19 anni di reclusione; entrambi hanno scelto il rito ordinario.
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Il processo Aemilia ha come principale oggetto d’indagine le presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia Romagna. Tra i reati contestati ai 151 imputati vi sono l’associazione a delinquere di stampo mafioso, false fatturazioni, usura, estorsione e frode. Le richieste di pena più alte sono per Michele Bolognino (30 anni in ordinario e 18 in abbreviato), Gaetano Blasco (26 anni e 6 mesi in ordinario e 16 anni in abbreviato), Pasquale Brescia (14 in ordinario e 4 anni e 6 mesi in abbreviato).
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