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Il Catania: “Mancini non si è presentato per la firma del rogito”

FOTO PEPE / PUGLIA

Benedetto Mancini non si è presentato per la firma del rogito: emerge questo dalla nota del Calcio Catania, pubblicata nei profili ufficiali. Il club etneo ha inoltre aggiunto che i curatori fallimentari riferiranno la mancata presentazione al Tribunale (che aveva fissato la scadenza aL 4 aprile). L’ente prenderà dunque le decisioni conseguenti a tale sviluppo degli eventi.

L’imprenditore era stato convocato alle ore 20 del 4 aprile, davanti al notaio, ma non si è presentato. Inoltre, riporta la nota del Catania, il pagamento dei 375 mila euro non è stato effettuato.

LA NOTA DEL CATANIA


“Con pec datata 01/04/2022, regolarmente ricevuta, il collegio dei curatori fallimentari del Calcio Catania S.p.A. ha convocato ancora una volta la società FC Catania 1946 s.r.l. alle ore 20.00 di oggi lunedì 4 aprile 2022 presso lo studio del notaio Andrea Grasso in via Milano, a Catania, per la stipula dell’atto di cessione del ramo d’azienda calcistico, previo o contestuale versamento del saldo del prezzo (euro 375.000).
Stante la mancata presentazione davanti al notaio del legale rappresentante della società FC Catania 1946 s.r.l. Benedetto Mancini o di altri soggetti da questi delegati, e stante altresì l’omesso versamento del saldo prezzo, il collegio dei curatori fallimentari del Calcio Catania S.p.A. riferirà al Tribunale di Catania per le determinazioni di competenza”.

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30 thoughts on “Il Catania: “Mancini non si è presentato per la firma del rogito”

    1. Se non dovesse presentarsi in campo, dopo la seconda rinuncia verrebbe escluso dal torneo. Per regolamento. E, conseguentemente, tutte le partite disputate, annullate.

    1. A farsi sentire dovrebbero essere, in primis, altri … La Vibonese, per esempio, che potrebbe giocarsi la permanenza ai play out.

    2. Le squadre che potrebbero disputare i play off al posto del Catania o con un piazzamento migliore rispetto l’attuale …

  1. Adesso, come è stato fatto in passato (sempre per colpa del Catania) è il caso di ricondurre i fallimenti delle Società sportive a un unico Tribunale competente per tutto il territorio nazionale (come fu fatto per il TAR).

  2. Quanto a Ghirelli, farebbe bene a dare le dimissioni perché uno dei maggiori responsabili di questo pastrocchio è proprio lui in prima persona.

  3. ‘Pagare e morire c’è sempre tempo’ (uno dei motti di un principe del foro romano, ovvero un rinomato Bar, Roma Nord, Prati, ‘Sole&Saloni’ per apericene). In caso di concordati, rientri etc, ripeteva sempre che era però necessario pagare la prima rata, l’acconto (strategia detta ‘rientro che uccide’ – i creditori-), e poi lasciar fare al tempo, una specie di ‘laissez faire, laissez passer’. Se non sbaglio il Catania (un certo Mancini, romano) ha pagato un acconto, sostanzioso,125mila Euro. Una bella cifra, considerato il momento  della Serie C, ultima vittima (dopo Foggia e Catania) la Juve Stabia, un paio di punti  di penalizzazione, per certi ‘sospesi di cassa’. ‘Chi siete, quanti siete, dove andate? Un fiorino!’ Eppure, ai vertici dell’ ‘organizzazione’ riescono a rimanere seri. Fenomeni.

  4. Resto convinto che il tribunale, primo vero Tifoso, non si sogna nemmeno di interrompere qui la corsa della squadra. Considerato anche che ormai siamo alla vigilia della partita da loro attesa da tutto l’anno: il debbi. Prorogheranno l’esercizio provvisorio e concluderanno il torneo. Poi si vedrà.

  5. Come detto da qualche lettore qualcosa potrebbe arrivare, adesso, dalle pericolanti , tipo Vibonese. Resta comunque un grande pasticcio creato da autorità sportive e tribunali vari. Come sempre del resto. Pagheranno i tifosi e le società più deboli.

  6. Aggiungo che a Potenza il presidente locale già in settimana aveva cominciato a manifestare seri dubbi sulla regolarità del campionato in riferimento alle tarantelle catanesi. Da lì poi il caos scatenato nel finale. Si parla di penalizzazioni mai arrivate in relazione agli stipendi non pagati.

  7. Comunque nessuna analogia con il caso ‘Palermo’. La  ‘US Città di Palermo’ (Vecchio Palermo, quanto tempo è passato…), prima di morire, i presunti, passati, tracchiggi di bilancio li aveva pagati tutti e pure a caro prezzo (ben 20 fondamentali punti, 20 (v.play off, da terza), e grazie di fatto al ‘pentimento’ di Sua Maestà la Cassazione- congruità della fideiussione Gasda- altrimenti sarebbe stata retrocessione diretta, in Serie C, a punti zero). Il Vecchio Palermo morirà per la mancata presentazione di una fideiussione, dal costo di Euro 800mila presso Banche, Banchieri o Assicurazioni. 200mila in meno, di quanto sarà  necessario per far correre felice il Nuovo, sui prati verdi (o quasi) della Serie D. 

    1. Una fideiussione da 800mila euro viene rilasciata dall’istituto che si fa garante per quella cifra dietro pagamento di 40mila euro. Morale: il palermo non è stato iscritto per non avere pagato a un istituto abilitato a far ciò la cifra esorbitante di 40mila euro.

    2. Da notare che allora ben due banchieri palermitani (entrambi nel mondo del calcio, uno nel Palermo e l’altro in Federazione) avrebbero potuto fare una telefonatina a questo o a quello per risolvere il problema (posto che ve ne fosse uno).

  8. Spero che vanga affidata alla Sezione fallimentare del Tribumale di Milamo la definizione dei fallimenti delle Società sportive di tutta Italia. Meglio non appesantire il Tribunale di Roma e il Circolo Canottieri Aniene della capitale …

  9. Cari amici, perdonatemi. Il Palermo è sparito perché la volontà di tutti, tutti , era quella di farlo sparire . Esattamente il contrario di ciò che è successo a Catania. Il contrario.

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