Il Palermo non mette più la ‘seconda’: la scalata al vertice è troppo lenta
Il Palermo non riesce a mettere la seconda: da troppo tempo gli uomini di Corini non riescono a vincere due partite consecutive, un dato emblematico che fotografa la stagione che sta vivendo il club rosanero, lontano (ma non troppo) dai vertici della classifica. L’inizio di campionato del Palermo è quello che sta tenendo a galla i rosanero, che altrimenti avrebbero un cammino simile a quello della passata stagione. Nelle prime 8 partite i rosanero hanno infatti totalizzato 6 vittorie (per due volte ne sono arrivate tre consecutive), un pareggio e una sconfitta. Dopo Modena tutto è cambiato con 4 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte nelle successive 14 partite giocate.
Il risultato è non riuscire mai ad accorciare in avanti (con le partite che diminuiscono): nelle ultime 5 partite per esempio il Palermo ne ha vinte 2, pareggiate altrettante, con una sconfitta. Un ritmo che non può bastare. Che poi anche le altre non riescano a fare meglio (Cremonese a parte) è un altro discorso. I rosanero non possono sempre sperare nelle disgrazie altrui, anche perché loro stessi stanno dimostrando che fare filotto è tutt’altro che semplice e diventerà ancora più difficile quando a fine campionato i punti peseranno per tutte, anche per le piccole.
L’umore dei tifosi oscilla: non si riesce mai a capire se la squadra ha superato il periodo negativo o rimane sempre avvolta in un limbo con lo spettro del “campionato anonimo” sempre presente. Questa mancata continuità è spesso nascosta sia da Corini che dai calciatori con dichiarazioni ormai “ciclostilate” che spesso sono spazzate via dai risultati successivi. In fatto di vittorie consecutive, fondamentali per acquisire certezze e scalare posizioni in classifica, i rosanero sembrano avere più difficoltà in campo che nelle interviste.
Che il Palermo avesse superato la crisi sembrava evidente quando – dopo il match d’andata contro il Catanzaro perso in casa – erano arrivati otto punti in 4 partite (con i due rocamboleschi pareggi di Parma e Como). In realtà, se in quei casi la mancanza di vittorie consecutive, sfuggite entrambe nei minuti di recupero, poteva essere giustificata dalla sfortuna o comunque dalla caratura dell’avversario, il ko di Cittadella e il pari di Catanzaro danno la conferma che il salto di qualità è ancora lontano.
In entrambe le occasioni sembravano esserci le carte in regola per centrare il secondo successo consecutivo: a Cittadella il Palermo veniva sì da una pausa lunga circa tre settimane (non può più essere un alibi), ma anche dalla vittoria insperata contro la Cremonese che aveva riacceso qualcosa nell’ambiente. A Catanzaro invece i rosa venivano dalla bella vittoria contro il Modena ottenuta grazie a un Soleri trascinatore, che una volta partito da titolare non ha invece ripetuto la prestazione.
Proprio a Catanzaro si è avuta la sensazione che le dichiarazioni rilasciate da Corini dopo la figuraccia di Cittadella non siano del tutto arrivate a destinazione. Il tecnico aveva tracciato una linea, sottolineando come il Palermo non poteva più permettersi di perdere punti. In Calabria è arrivato un punto che non è da buttare ma la sensazione è che non si sia cercata la vittoria con la dovuta convinzione. E il tempo stringe.
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