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Il “pennello” di DiMa, la testa di Segre: e il Palermo va. Le pagelle ironiche di A&F

Le partite di venerdì sera andrebbero vietate. Già dalle prime luci del mattino la mente è presa dalle mille possibilità della formazione titolare. A pranzo si mangia poco perché l’impegno incombe e il pomeriggio passa lento e pieno di tensione, che neanche un bel giro di golf riesce a stemperare, perché troppo concentrati a spulciare la classifica e le altre gare per mettere assieme mille e più combinazioni di risultati. Basta! E’ un supplizio a cui non è giusto sottoporre i tifosi!

L’avversario è di quelli tosti. I tanti palermitani estimatori del bel calcio avevano trovato in Vivarini il loro profeta, tributando addirittura un applauso alla sua vittoria al Barbera, da cui noi, old style e critici dell’eccesso di politically correct, ci eravamo già dissociati a suo tempo. Poi il Catanzaro dei miracoli si è perso, ora è in crisi e confida nella capacità storica dei rosanero di risuscitare i morti! Corini perde Lucioni per lungo tempo e Brunori per squalifica. A centrocampo gioca dal primo minuto Ranocchia insieme agli intoccabili Gomes e Segre mentre in avanti c’è Di Mariano al posto di Insigne. Titolare dal primo minuto il bomber part-time e capitano a sorpresa Soleri, che deve dimostrare di valere tanto anche nei 90 minuti.

Dopo neanche 7 minuti Gomes inventa un assist sul filo dell’offside per Soleri che si invola da solo verso il portiere ma si accorge che non siamo nei minuti finali e quindi, invece di segnare, la tira – per giunta male – sul portiere in uscita! Il Palermo è in palla. Per un po’ pressa l’avversario e sembra poter segnare da un momento all’altro. Poi il Catanzaro si riprende, torna a essere ordinato e così la partita torna in equilibrio quasi perfetto, in attesa di un colpo di genio. E il colpo arriva, ma è di culo e non è neanche di colore rosanero. Pallone abbastanza inutile dalla trequarti. Mischione con rimpalli e palla in rete da distanza ravvicinata. E siamo sotto.


Il Palermo accusa il colpo e non riesce a ritrovare il gioco della prima parte della gara. Il Catanzaro tiene palla senza problemi e aspetta il varco giusto per il raddoppio. Così arriva il fischio di fine primo tempo e l’unica differenza tra noi e il Catanzaro sta nel fatto che loro non hanno sprecato l’unica occasione avuta mentre noi sì. Al rientro il Catanzaro sembra un po’ fermo sulle gambe e il Palermo ne approfitta subito. Passano pochi minuti e Di Mariano pennella un pallone dolce al centro dell’area dove irrompe il solito Segre che ci rimette in pari e ci fa posare il fiasco di vino che poiché siamo ancora in pieno “dry January” stavamo ancora solo guardando!

Il Catanzaro è in bambola e arriva anche un incredibile palo su quasi autogol, propiziato da un’azione prorompente di Ranocchia che semina gli avversari come se avesse il motore truccato. Il Palermo rallenta un po’ e la partita torna in equilibrio come nel primo tempo che noi però non vorremmo rigiocare. E se ci mettete che sui calci d’angolo giochiamo alle belle statuine capite perché la pressione raggiunge picchi preoccupanti. Arriva anche il momento dei cambi: escono Di Francesco e Soleri ed entrano Insigne e Mancuso anche per sperare nel gol dell’ex in cui noi crediamo ciecamente.

Con gli ultimi cambi si entra nella fase del recupero ma c’è troppa ansia in entrambe le squadre di non perdere una partita tutto sommato equilibrata. Ed infatti non accade nulla e arriva il pari. A noi un punto fuori casa piace sempre perché fa molto media inglese. Resta qualche rammarico perché ci sembrava una partita alla nostra portata e l’abbiamo giocata meglio di loro ma, per noi, va bene così. Forza Palermo!

Pigliacelli 6 – L’unico pallone che tocca con le mani è quello che deve raccogliere dalla rete dopo una conclusione ravvicinata su cui non può fare davvero nulla. Con i piedi però ne gioca tantissimi e tutti molto precisi, anche se per noi il rischio infarto è sempre dietro l’angolo. Giocatore di movimento.

Graves 5,5 – Il continuo possesso palla del Catanzaro, seppure abbastanza inutile, lo costringe soprattutto a tenere la posizione difensiva e, così, si vede poco. Nascondino.

Nedelcearu 6 – Più prepotente e incisivo nel gioco aereo rispetto alla scorsa settimana. Probabilmente ha capito che dovrà giocare a lungo causa infortunio di Lucioni e che è il caso di rimanere più concentrato. Stopper.

Ceccaroni 6,5 – Non commette praticamente errori chiudendo sempre con attenzione ogni volta che si arriva dalle sue parti, anche in occasione del goal dei padroni di casa su cui, purtroppo, è sfortunato nel rimpallo. Miglioria.

Lund 5,5 – C’è poco da fare, ed è meglio ormai rassegnarsi, ma difendere non è veramente cosa sua. Molto meglio in fase di spinta, soprattutto nella parte iniziale della gara quando è più fresco. Avanzato.

(dal 41′ s.t. Aurelio) s.v.

Ranocchia 7 – Gioca con autorità e autorevolezza, nonostante sia appena arrivato, dimostrando visione di gioco e buone accelerazioni. Il voto, probabilmente, è un po’ troppo alto ma è un attestato di fiducia. Buonisti (noi).

(dal 33′ s.t. Coulibaly) s.v.

Gomes 7 – Dopo aver scritto tante volte che non verticalizzava mai l’azione e si incartava in passaggi laterali da corta distanza non possiamo che ammirare le sue sciabolate a tagliare il campo ed innescare le azioni offensive tra cui quella per Soleri che avrebbe potuto cambiare la partita e prendere atto di come i nostri consigli e desideri siano stati finalmente esauditi. Presuntuosi (noi).

Segre 7,5 – Dopo un primo tempo positivo, ma lontano dagli standard cui ci aveva abituato, tira fuori dal cilindro l’ennesimo goal (il sesto) di testa (il quinto) della sua incredibile stagione. Da quel momento in poi non sbaglia più niente e recupera una infinità di palloni cercando sempre di rilanciare l’azione. Crescendo Rossiniano.

Di Mariano 7 – Macina chilometri sia in copertura che in fase offensiva, risultando così a volte impreciso ma quando finalmente trova la mira giusta confeziona l’assist perfetto che porta al goal del pareggio. Sacrificio.

(dal 41′ s.t. Vasic) s.v.

Soleri 5 – Purtroppo conferma che giocare da titolare non è il suo mestiere. Siamo sicuri che se quella palla, che tutto solo calcia malamente sul portiere, gli fosse arrivata all’80esimo, invece che all’ottavo minuto, sarebbe stato certamente goal. Zona Cesarini.

(dal 28′ s.t. Mancuso) 5 – Dopo la prestazione non eccelsa di Soleri ci lamentavamo che forse avrebbe dovuto giocare lui sin dall’inizio. Le due palle goal che gli capitano in venti minuti, entrambe giocate con troppa sufficienza, ci smentiscono. Sprecone.

Di Francesco 5 – Sembra sempre che possa innescare la giocata buona, ma alla fine non succede mai. Evanescente.

(dal 28′ s.t. Insigne) 6 – Un bell’assist, non sfruttato da Mancuso, ed una conclusione pericolosa in poco più di venti minuti sono un buon viatico per una svolta in un campionato finora grigio e che noi speriamo sempre possa cambiare prima possibile. Riscossa.

Corini 6,5 – Il Palermo gioca una partita intelligente che alla fine avrebbe meritato di vincere ed in cui, paradossalmente, stava perdendo. La squadra dimostra comunque di essere più quadrata e di non scomporsi anche nei momenti difficili. Equilibrato.

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