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Inghilterra – USA 0 – 0, LE PAGELLE: Kane ci prova ma non basta, Weah delude

INGHILTERRA – STATI UNITI 0 – 0

L’Inghilterra si “accontenta” di un pari con gli Stati Uniti. I britannici pareggiano 0-0 contro i nordamericani e si avvicinano agli ottavi di finale (con una vittoria avrebbero avuto la certezza matematica), mentre gli statunitensi dimostrano di avere le qualità per giocarsi ancora la qualificazione. Sarà decisiva l’ultima partita, lo scontro diretto contro l’Iran.

Nel primo tempo, partita equilibrata: l’Inghilterra fa la partita (e ha due grandi occasioni – conclusione di Kane in avvio, tiro dalla distanza di Mount nel finale di parziale), ma anche gli Stati Uniti si rendono pericolosi in ripartenza (palo di Pulisic e grande occasione divorata da McKennie dopo un ottimo inserimento).

E l’equilibrio si mantiene anche nella ripresa, con gli Stati Uniti che però alzano il proprio rendimento e schiacciano l’Inghilterra nella sua trequarti. Gli inglesi reggono l’urto e allora Southgate inizia a cambiare qualcosa, ma la formazione dei tre leoni si affida troppo ad azioni individuali. Nel finale a provarci di più sono gli Stati Uniti, ma i tentativi americani non hanno successo. Nel finale Kane sfiora il gol, ma alla fine l’Inghilterra si accontenta del pari.


I VOTI

INGHILTERRA: Pickford 6; Shaw 6, Stones 6,5, Maguire 6,5, Trippier 5,5; Rice 5, Mount 6, Bellingham 6 (dal 24′ s.t. Henderson 5,5); Kane 6,5, Sterling 6 (dal 23′ s.t. Grealish 5,5), Saka 5,5 (dal 33′ s.t. Rashford 6).

STATI UNITI: Turner 6,5; Dest 6,5 (dal 33′ s.t. Moore 6), Zimmerman 6, Robinson 5,5, Ream 6; Adams 6,5, Musah 5,5, McKennie 6 (dal 32′ s.t. Aaronson 6); Pulisic 6,5, Wright 6 (dal 38′ s.t. Reina s.v.), Weah 5 (dal 38′ s.t. Sargent s.v.).

I MIGLIORI

Kane – Predica nel deserto (o quasi). Le occasioni inglesi più grosse sono le sue, che sia all’inizio o a fine partita. Si mette al servizio della squadra anche in difesa e non sfigura.

Pulisic – Punto di riferimento offensivo per gli Stati Uniti senza ombra di dubbio. Oltre al palo colpito, lotta su ogni pallone, punta l’uomo e si mette al servizio dei compagni.

I PEGGIORI

Rice – Quando l’Inghilterra riesce a fare gioco, non lo fa mai passando da Rice. Se Mount e Bellingham quantomeno prendono palla e puntano l’uomo, lui quasi sempre si ritrova a metà del guado (incidendo poco).

Weah – Questa volta il figlio di George delude le attese. La velocità c’è, ma questa volta precisione e incisività latitano (complice anche una difesa inglese molta attenta ai suoi movimenti).

 

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