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L’Inter e il 5 maggio 2002, lacrime per un dramma sportivo

Non c’è cosa peggiore che essere ad un passo dalla vittoria e vedere svanire tutto alla fine, sul più bello, quando già si pregustava la vittoria a mani basse. Ne sa qualcosa l’Inter, che dal 2002 vive con l’incubo del 5 maggio. Una data nefasta per chi ha nel cuore e nel sangue i colori nerazzurri, una data da cancellare nel calendario e che, per chi ama i sfottò, è stata da sempre un’occasione servita su di un piatto d’argento.

5 maggio 2002 appunto, Lazio-Inter. Stadio Olimpico, pomeriggio di sole a Roma, campo di gioco in perfette condizioni. Due tifoserie gemellate, tutti i 60mila a tifare una sola squadra: Inter. I nerazzurri, dopo un’annata perfetta, sono i primi in classifica. Serve una vittoria per respingere l’assalto della Juventus, ad un solo punto di distanza. Un solo risultato possibile per la banda di Cuper.

L’allenatore argentino, ad inizio gara, da una pacca sul petto a tutti i suoi ragazzi. La partita è pazza. Vieri porta avanti l’Inter, ma Poborsky risponde immediatamente. Di Biagio però riporta tutto come prima, nerazzurri di nuovo in vantaggio e virtualmente Campioni d’Italia. Il centrocampista ceco però non ha intenzione di fare regali, è 2-2. Nella ripresa sull’Inter cala il gelo, intanto la Juventus ad Udine vince 2-0. Simeone e Inzaghi (Simone, ndr) infieriscono e segnano il tracollo dell’Inter. All’Olimpico termina 4-2.


Lo scudetto, per i nerazzurri, svanisce sul più bello. Lì ad un passo e scippato dalla Juventus. Ronaldo piange in panchina con la mano sul volto e le lacrime che scendono copiose, l’immagine del dramma nerazzurro. E a 15 anni di distanza la ferita è sempre viva. E chi tifa Inter non ne parla mai, facendo finta che tutto sia stato rimosso.

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