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Italia, dalla tragedia alla farsa. Tutti abbarbicati “all’albero” come le scimmie

Non hanno fatto neanche la parte. Chessò, “offrire” le dimissioni o qualcosa del genere. No, sono rimasti, abbarbicati a poltrone e diritti contrattuali come scimmie sull’albero. Gian Piero Ventura, che dopo la eliminazione aveva la tipica espressione di chi era stato preso di petto da un autobus in corsa, ha farfugliato che non si sarebbe dimesso e così è stato: per cacciarlo da un posto di lavoro per il quale non si è rivelato adeguato è stato necessario l’esonero.

Per quei pochi che non l’avessero capito è stato soltanto un modo per non perdere soldi, che sarebbe stato cacciato era fuor di dubbio ma se si fosse dimesso avrebbe dovuto rinunciare a un po’ di soldi. Ecco perché io morirò povero. Sarei andato via per molto meno (come del resto hanno fatto illustri predecessori di Ventura), preoccupandomi prima di tutto di un comportamento dignitoso verso una platea di alcune decine di milioni di tifosi e solo in un secondo tempo degli aspetti economici, specie se in banca ho già un bel gruzzolo per fare campare almeno un paio di generazioni.

LA RIUNIONE DI IERI IN FIGC: L’ESONERO DI VENTURA


Discorso non tanto diverso per Tavecchio, il presidente della Federazione Giuoco Calcio (Figc). Un presidente ha certamente meno colpe per quanto riguarda gli aspetti tecnici di una eliminazione storica dai Mondiali ma il “capo baracca” è lui, Ventura lo ha scelto lui, il contratto glielo aveva prolungato lui e lui (insieme ai suoi super pagati dirigenti) avrebbe dovuto accorgersi che la nave faceva acqua da tutte le parti. Insomma, ci saremmo aspettati le dimissioni anche da lui, specialmente dopo l’intervista (nemmeno tanto delicata) del presidente del Coni Malagò che ha detto: “Al suo posto mi dimetterei”.

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Invece niente. Anzi, Tavecchio è uscito dalla riunione di ieri con l’atteggiamento un po’ “bullo” di chi sa comunque come risolvere la situazione. Lunedì ci sarà Consiglio Federale e vedremo se l’unico problema sarà quello di ingaggiare Ancelotti (o chi per lui) o se verrà fuori qualche discussione più profonda. Certo è che anche per Tavecchio la pressione mediatica crescerà giorno dopo giorno fino a diventare insostenibile, ma l’Italia è un paese capace di digerire scandali e problemi ben più grossi.

Certo, alla luce dei fatti, non sorprendiamoci che il calcio italiano sia sempre più indietro nel panorama internazionale, ormai relegato in seconda fascia. Il “rinnovamento” da noi è impossibile, anche di fronte a disastri conclamati; la politica (o la parapolitica) comandano sempre, la forza del potere e l’attaccamento alla poltrona in Italia prevalgono su tutto. In Olanda, ad esempio, Advocaat ha lasciato la Nazionale senza bisogno di troppe spinte e si ripartirà con un nuovo ciclo.

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Dovremmo ricostruire il calcio italiano in queste condizioni? Con il rappresentante degli allenatori (Ulivieri) in aperta polemica con tutto l’ambiente, Coni compreso, e al quale Malagò ha risposto indignato? Con il rappresentante dei giocatori (Tommasi) che non crede nemmeno un po’ alle capacità dei vertici? Speravo che uno schiaffo del genere avrebbe fatto ragionare diversamente e invece no. E sbaglia chi, con evidente presunzione e poca responsabilità, crede che sarà facile rialzarsi da terra. Siamo in seconda fascia e in Europa e nel mondo facciamo paura come una pulce che ha la tosse.

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Si cercherà di ingaggiare Ancelotti e gli si chiederà di fare il miracolo di ricostruire la squadra e di riportarla ai fasti del passato, gli verranno dati i soldi (circa 4 milioni di euro all’anno) che non vennero dati a Ventura (quando si dice: mangi quello che compri) ma ad Ancelotti si chiederà implicitamente di fare la parte del tappeto che copre la polvere: parte che non è congeniale a Carletto. Ed ecco perché non è così scontato che dica di sì in queste condizioni di tutti contro tutti.

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2 thoughts on “Italia, dalla tragedia alla farsa. Tutti abbarbicati “all’albero” come le scimmie

  1. Non è commentabile. L Italia é un paese fallito sotto tutti i punti di vista in mano a raccomandati. Ed in ogni campo.

  2. questo e’ il sistema italia – non solo raccomandati ma soprattutto INCAPACI al potere
    cosi’ incollati alla poltrona da negare elezioni e democrazia in quello che sarebbe docuto essere uno stato democratico ed invece e’ diventato uno stato stalinista al peggio – via questi impostori

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