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Italia – Ungheria 2 – 1, LE PAGELLE: brillano Barella e Pellegrini

Italia – Ungheria 2 – 1 | Marcatori: 30′ p.t. Barella (I), 45′ p.t. Pellegrini (I), 16′ s.t. autogol Mancini (U)

L’Italia vince contro l’Ungheria e raggiunge il primo posto nel girone di Nations League dopo un match giocato molto bene per larghi tratti e poi gestito nei minuti finali. Alla fine del primo tempo c’erano tutti i sentori della goleada e all’inizio della seconda metà di gara tutto lasciava presagire a un terzo gol azzurro, con gli uomini di Mancini all’attacco con diverse idee e tanti uomini, dando anche l’impressione di aver ritrovato fiducia e spensieratezza.

Poi però lo sfortunato autogol di Mancini rimette tutto in discussione: anche se gli azzurri non soffrono particolari offensive degli ungheresi, cala vistosamente il ritmo e oltre alcune sporadiche occasioni non si vede più la bella Italia del primo tempo.


Italia (4-3-3): Donnarumma 6; Calabria 6,5, Mancini 6, Bastoni 6,5, Spinazzola 6,5 (dal 30′ s.t. Dimarco s.v.); Pellegrini 7,5 (dal 21′ s.t. Locatelli 6), Cristante 6,5, Barella 7 (dal 39′ s.t. Tonali s.v.); Politano 6,5 (dal 30′ s.t. Belotti s.v.), Gnonto 6,5, Raspadori 6,5 (dal 39′ s.t. Zerbin s.v.).

Ungheria (5-4-1): Dibusz 6,5; Nego 5,5 (dal 13′ s.t. Fiola 6,5), Lang 5,5, Orban 5, Szalai 5,5, Nagy 6 (dal 13′ s.t. Styles 6); Schafer 5,5 (dal 42′ s.t. Vancsa s.v.), Szoboszlai 6, Nagy 5,5 (dal 36′ s.t. Bolla s.v.), Sallai 5,5; Szalai 5 (dal 42′ s.t. Adam s.v.).

Donnarumma: Assolutamente incolpevole nello sfortunato autogol di Mancini, si fa trovare pronto in occasione dei timidi tentativi dell’Ungheria di arrivare al pareggio in ripartenza e da calcio piazzato con parate con un bassissimo coefficiente difficoltà.

Calabria: il campione d’Italia con il Milan si conferma una validissima alternativa per il ruolo di terzino destro. Mancini gli preferisce ancora Florenzi nelle partite importanti, ma anche oggi si rivela essere sicuro difensivamente e propositivo quando c’è bisogno.

Mancini: più che sfortunato a segnare nella porta sbagliata. Il suo autogol riapre la partita e macchia una partita pressoché perfetta fino a quel momento. E nel primo tempo ha avuto un’importante occasione di testa su calcio d’angolo.

Bastoni: tutti vedono in lui il futuro leader difensivo della Nazionale. Ha già dimostrato di poter rivestire tale posizione e la facilità con la quale gioca partite come queste va tutta a suo favore.

Spinazzola: in occasione del primo gol molti tifosi azzurri avranno rievocato in mente i ricordi dell’Europeo, quando era l’uomo in più degli uomini di Mancini. Inserimento dietro la linea difensiva e palla dietro a Barella che la insacca all’incrocio. Se recuperato al massimo, è sicuramente una delle basi per la ripartenza. Dimarco: s.v.

Pellegrini: il jolly perfetto a disposizione del ct. Con la Germania ha giocato da ala sinistra, mentre con l’Ungheria è schierato da mezz’ala. In entrambi i ruoli gioca con una qualità che non fa rimpiangere quella di Insigne prima e di Verratti poi, nonostante interpreti entrambi i ruoli in maniera diversa. Il gol è solo la ciliegina sulla torta di una grande partita. Locatelli: si fa subito vedere con un pressing alto e un recupero di palla dentro l’area dell’Ungheria. Pericoloso con i suoi inserimenti offensivi e vicino al gol nel finale di gara.

Cristante: chiamato a ricoprire l’importante ruolo di metronomo della squadra, gioca più in funzione di filtro per un centrocampo molto qualitativo con Pellegrini e Barella.

Barella: il gol che segna è di pregevole fattura e la prestazione, come sempre, è di alto livello. Deve migliorare in alcune fasi della partita ed evitare alcune stupide ammonizioni come quella subita oggi. Tonali s.v.

Politano: nella sua fascia la concorrenza è agguerrita e se vuole ritagliarsi uno spazio da titolare deve fare di più di una prestazione comunque buona come questa contro l’Ungheria. Molta frenesia ma manca il passaggio finale. Belotti: s.v.

Gnonto: chiamato a ricoprire il ruolo di centravanti lo fa al meglio sfruttando le proprie caratteristiche. Va alla conclusione diverse volte ma i suoi tiri vengono sempre respinti dalla difesa. Gioca l’ultimo quarto d’ora nel suo ruolo d’esterno.

Raspadori: vivace ma poco incisivo. È una spina nel fianco della difesa ungherese ma oltre a qualche dribbling e conclusione poco pericolosa non riesce a trovare la giocata decisiva. Zerbin: s.v.

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