Kanoute, l’eroe di Palermo per una notte con il Senegal nel cuore

Mamadou Kanoute eroe di Palermo per una notte. Un gol nel giorno più importante per la città regala ai tifosi emozioni e sogni nonostante il pari. Boscaglia sorride. Il 27enne senegalese con passaporto italiano entra al Renzo Barbera facendo rumore e solleticando l’immaginario collettivo.

Gol ed equilibrio, quasi a prender spunto dal suo segno zodiacale: bilancia. Kanoute non è nuovo alle reti contro il Catania. Reti di rinascita. Lo aveva già fatto con il Catanzaro nel 2018: uno contro uno contro Silvestri, doppio passo e tiro che il portiere non riesce a trattenere. Fu la prima tra i giallorossi. Quella che sbloccò il suo potenziale. “Il gol a Catania è stato una liberazione”, aveva dichiarato alla Gazzetta dello Sport. Adesso si è ripetuto a Palermo: primo gol e un cammino tutto da scrivere per la sua storia a tinte rosanero.

L’attaccante nato a Dakar nel 1993 che si ispira a Jay Jay Okocha, quinto di sei figli, ama le azioni frenetiche del Barcellona e la sua terra natale. I piedi in Italia e il cuore in Senegal. Proprio come canta il papà Pape che con la sua musica e la kora (strumento africano della famiglia delle arpe) esporta il Senegal nel mondo. Entrambi “figli” di Roma, Mamadou al Tor di Quinto ha mosso i primi passi prima di trasferirsi al Benevento. Il papà si stabilisce nella Capitale nel ’95 per riempire i teatri di cultura africana.

Kanoute tra le “streghe” rimarrà dal 2011 al 2018. In mezzo i tanti prestiti ad Aosta, Ischia, Juve Stabia e Pro Vercelli, prima dell’arrivo al Catanzaro. Una scritta sul suo profilo Instagram recita: “La hawla wala quwata illah billah”. Che si traduce: “Non c’è potere, né forza se non da Dio”: il mantra del calciatore, vero credente che odia le bestemmie in campo e risponde con la carica e i sogni. Un sogno che al momento si chiama Palermo.

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