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La Gumina, quando i gol (e che gol!) parlano… in dialetto

la gumina quando i gol parlano dialetto

Fare gol è sempre stato il suo mestiere, “è come l’aria che si respira” per dirla alla Nino La Gumina. Il ragazzo nato a Tommaso Natale sta dimostrando di essere un bomber letale e di poter contribuire all’unico obiettivo della squadra rosanero: la risalita in Serie A (con o senza playoff). Il numero 20 del Palermo, però, ha sempre dovuto lottare contro i dubbi che lo circondavano, sin dalle giovanili.

Nino viene preso dal Palermo dopo un provino e comincia tutta la trafila nella “cantera” rosanero. Il percorso non è facile, ma il ragazzo arriva fino alla squadra Primavera, con la quale debutta nella stagione 2013/14. L’impatto con il nuovo campionato è complicato, il classe ’96 gioca 8 partite e segna un solo gol. L’allenatore di quel Palermo Primavera, Giovanni Bosi, però, non perde la fiducia e la stagione successiva lo ripropone come perno della squadra. Nino non delude: tra le varie competizioni giovanili gioca 26 partite e segna 21 gol. È l’anno dell’esplosione.

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Il 4 aprile del 2015 è una data importante per Nino perché tutti i sacrifici lo portano a realizzare il suo sogno, quello di debuttare in Serie A con la maglia della sua città ad appena 19 anni. In quella partita, contro il Milan, gioca un solo minuto, ma tanto basta per entrare nei cuori dei tifosi rosanero. La stagione 2015/16 è quella delle tante convocazioni in Prima Squadra, ma con la Primavera Nino continua a fare sfracelli; 13 presenze in campionato condite da 12 gol, ma è nel torneo di Viareggio che arriva l’exploit. Il Palermo, trascinato dai gol e dalle prestazioni del suo bomber, arriva a un passo dalla vittoria in finale contro la Juve dell’ex rosanero, Fabio Grosso. È l’anno della consacrazione.

La società rosanero, così, decide di mandarlo a giocare in Serie B per testare le qualità del giocatore nella prima stagione da professionista; Terni è la destinazione di Nino. Con la squadra umbra la partenza è ottima: gol al debutto in Coppa Italia e primo gol in cadetteria dopo otto partite. Poi Nino fa crack: lesione completa del legamento collaterale mediale sinistro e 4 mesi di stop che frenano la sua crescita. Il rientro dall’infortunio non è facile ma l’attaccante contribuisce alla salvezza della Ternana. È l’anno della sfortuna.

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Nel frattempo, il “suo” Palermo è sceso in Serie B, Nino torna alla base e ha un solo obiettivo: riportare la squadra della sua città nella massima serie, “dove merita” dice nei primi giorni di ritiro. La stagione, però, è difficile e trovare spazio tra i titolari lo è ancora di più. Davanti a lui c’è il capitano, Nestorovski, l’unico vero attaccante di razza sul quale la società fa affidamento. Nelle gerarchie iniziali ci sono anche Trajkovski, Embalo e Monachello a sbarrargli la strada.

Nino si rimbocca le maniche, non si scoraggia ma inizialmente gli toccano solo le partite “di emergenza”, quelle dove mancano tutti i titolari. Alla prima gara per intero segna un gol al Parma (all’andata) ma viene utilizzato da Tedino a intermittenza e gli riesce difficile trovare il ritmo e l’intesa con i compagni, spesso va “in bianco” e becca pure qualche fischio ma non si arrende. Complice l’infortunio di Nestorovski, diventa titolare con continuità e afferra l’occasione al volo diventando, a suon di gol, un beniamino del pubblico. È già arrivato a 6 reti (quasi tutti molto belli) e due assist in 26 presenze (solo 6 giocate per intero), e quando Nino va in gol, il Palermo non perde mai (3 vittorie e 3 pareggi).

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Contro il Bari ha fatto impazzire il pubblico, il suo bellissimo gol, da attaccante vero, sembrava il lasciapassare verso un sogno ed invece è arrivata la doccia fredda del pareggio, a un minuto dalla fine, a complicare i progetti. Si rimboccherà le maniche di nuovo, di sicuro sarà tra gli ultimi a mollare perché il suo sangue è rosanero: continuare a segnare è l’unica ricetta per perseguire l’obiettivo con la… A maiuscola.

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1 thought on “La Gumina, quando i gol (e che gol!) parlano… in dialetto

  1. bello vedere palermo nelle mani dei palermitani sia in squadra che in sicietà – ma zamparini merita rispetto per quello che ha fatto per il palermo sia nei primi anni della sua presidenza che durante questo anno

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