“Lino” Celesia e il sogno del pallone spezzato dai colpi di pistola: chi era il 22enne
“Ha sempre giocato a calcio, non esisteva altro per lui“, riporta Repubblica. Rosolino Celesia, colpito a morte da dei colpi di pistola (qui il dettaglio), aveva appena 22 anni e sognava un futuro nel mondo del pallone. Campi importanti ne aveva già calcati, a partire da quello della sua città (Palermo) che lo aveva accolto nell’Under17 in prestito dal Torino, altra squadra big in cui aveva militato da giovane.
Poi le esperienze a Troina e soprattutto Marsala dove la realtà e l’emozione prendono il posto del sogno: 11 i minuti in campo contro il Palermo che sono rimasti impressi nell’animo di un ragazzo dalla voglia matta di calcio. E poco importa se il Marsala fu sconfitto per 3 – 1.
Rosolino o meglio “Lino”, figlio di Gianni il barbiere e noto cantante neomelodico dei rioni palermitani, il pallone non lo mollava mai anche se ha dovuto affrontare mille difficoltà. Di lui se ne accorse Totò Schillaci che lo portò avidamente al Ribolla per cominciare a scrivere la sua storia. Hanno fatto il resto gli scout e il Toro.
Ma circa due anni e mezzo fa qualcosa si è rotto e Celesia si è ritrovato in serie minori, alla Parmonval in Eccellenza. “Quando l’ho incontrato nel 2020 ho percepito che aveva mollato psicologicamente – dice l’allenatore Aldo Bellingardo -“. E Celesia quel colpo piscologico dello scendere di categoria lo ha avvertito.
Gli occhi erano sempre gli stessi, ma il viso una volta pulito aveva lasciato spazio alla folta barba. Non esitava però a definirsi “atleta” sui social: quel termine da sogno che lo ha accompagnato per tutta la vita e che fino alla fine ha fatto parte di lui. Un sogno spezzato da quei terribili colpi di pistola fuori dalla discoteca che continuano tristemente a riecheggiare.