L’Inter cala il tris, Palermo ko a San Siro
La cura Iachini non sortisce effetti. Il tecnico marchigiano non ha ancora trovato la “chiave” per entrare nella mente dei giocatori e sbloccare una squadra alle prese con un momento di grande difficoltà acuito dalla sconfitta per 3-1 rimediata a San Siro contro l’Inter nel posticipo della ventottesima giornata. Sos in casa rosanero. Il Palermo – un solo punto nelle ultime quattro giornate – non riesce ad invertire il trend negativo e a spegnere un campanello d’allarme amplificato dalla vittoria casalinga del Frosinone contro l’Udinese. Un risultato che ha avvicinato i ciociari ai rosanero, in vantaggio adesso di un solo punto sulla zona retrocessione. La classifica è preoccupante come preoccupanti sono i segnali forniti dalla squadra. Volenterosa ma troppo vulnerabile, scesa in campo questa sera con buoni propositi ma sprovvista degli strumenti (tecnici e caratteriali) che servono per imporsi e strappare un risultato positivo. Il solo Vazquez, autore del gol del momentaneo 2-1, non basta. “El Mudo”, che oggi ha festeggiato le cento presenze con la maglia rosanero, sa accendere la luce ma senza un supporto adeguato continuerà a predicare nel deserto. E con la fragilità in fase difensiva sancita dalla gara odierna con i nerazzurri la strada verso la salvezza sarà sempre più in salita. Una sconfitta al “Meazza”, stadio che continua ad essere tabù sponda nerazzurra, può essere messa in preventivo ma, analizzando il film dell’incontro, resta la sensazione di un Palermo piuttosto debole. Di una squadra insicura e, come avvenuto più volte in questo campionato, incapace contro le big di opporre una resistenza adeguata.
Il match di oggi ha riproposto la versione di un Palermo già visto in diverse circostanze. Il puzzle, disegnato con il collaudato 3-5-1-1, presenta qualche novità rispetto alle previsioni della vigilia: sull’out destro di centrocampo Rispoli è preferito a Morganella. Nel ruolo di mezzala sinistra è Chochev ad aggiudicarsi la corsa a tre con Jajalo e Cristante nella batteria di interni completata da Maresca e Hiljemark. Il copione del match è delineato fin dalle prime battute di gioco. Il Palermo, schierato con una difesa a cinque in fase di non possesso, è “costretto” a lasciare l’iniziativa ai nerazzurri e fa leva solo sulle intuizioni di Vazquez (l’unico in grado di spostare gli equilibri) nel tentativo di scompaginare i piani difensivi dell’avversario. La strategia, condizionata in questo caso dal valore di un’Inter in crescita rispetto alle ultime apparizioni in campionato e in fiducia dopo l’impresa sfiorata in Coppa Italia contro la Juventus, avrebbe una certa efficacia qualora una squadra riuscisse a chiudere gli spazi e a ripartire con una certa pericolosità ma se l’ordine tattico non viene supportato da intensità e da uno spirito combattivo il “castello” costruito ad hoc inevitabilmente crolla.
E i rosa lo hanno sperimentato sulla propria pelle nel primo segmento dell’incontro, quello in cui la gara ha preso una piega favorevole ai nerazzurri in virtù del doppio vantaggio della compagine di Mancini. Il primo gol porta la firma di Ljajic che all’11’ sblocca il risultato con un destro da fuori area. Fatale un’errata lettura da parte della retroguardia rosanero, non esente da colpe neppure al 23′ in occasione del raddoppio firmato Icardi abile, su un cross di Palacio dall’out destro, ad anticipare Gonzalez e superare Sorrentino (tornato in campo dopo avere saltato per infortunio le ultime due gare) con un preciso tocco in spaccata. L’Inter, galvanizzata dal 2-0, ha legittimato la propria superiorità creando le premesse anche per il terzo gol ma i nerazzurri hanno sprecato troppo e nel primo tempo non sono riusciti a mettere il risultato in cassaforte. E quando non chiudi la partita rischi di far rientrare nel match l’avversario. Ne ha beneficiato l’undici di Iachini che, poco prima dell’intervallo, ha accorciato le distanze con Vazquez (battuto Carrizo, sostituto dell’influenzato Handanovic, con un sinistro in scivolata) su un preciso assist di Rispoli.
Per l’italo-argentino si tratta del quinto gol in campionato. Una rete che ha dato fiducia ai rosa entrati in campo nella ripresa con maggiore convinzione rispetto alla prima frazione di gioco (dopo tre minuti un “taglio” rasoterra di Chochev semina il panico in area nerazzurra). Alla luce di questa considerazione, aumenta il rammarico in casa rosanero per il terzo gol nerazzurro maturato in una fase in cui gli ospiti stavano creando dei grattacapi alla formazione di Mancini. Sul banco degli imputati finisce ancora una volta la difesa, impreparata al 9’ sul cross di Icardi tradotto in rete dal colpo di testa in tuffo di Perisic, a segno anche nel match di andata e ad un passo dalla doppietta personale al tramonto della partita. Il tris ha permesso ai padroni di casa di riprendere il controllo della gara (provvidenziale un intervento di Sorrentino su un colpo di testa di Palacio sugli sviluppi di una punizione battuta dal neo-entrato Brozovic) e gestire nuovamente un vantaggio di due gol. Un vantaggio “insidiato” nella porzione finale dell’incontro dalla chance sprecata da Djurdjevic (subentrato al 70′ a Gilardino), poco reattivo praticamente a tu per tu con Carrizo. Nel finale i rosanero sono passati al 4-3-1-2 con Vazquez a supporto di Djurdjevic e Balogh (entrato a sei minuti dal termine al posto di Rispoli), ma le mosse di Iachini non sono servite a cambiare in extremis l’inerzia di una partita ormai in archivio.