L’urlo del Palermo: “Per la A ci siamo anche noi”. Le pagelle ironiche di A&F
Ci siamo. La settimana è stata un lungo e penoso intervallo fra la vittoria di Piacenza con la Feralpi e questo big match contro il Como. L’attesa è finita. Lo stadio è pieno come il 6bello in un sabato di giugno e l’ansia è a palla. Abbandoniamo pronostici, previsioni, scaramanzie e bottiglia e ci accomodiamo sui nostri seggiolini come se fosse la poltrona del dentista: ci aspettano 90 minuti degni di un film di Hitchcock. Si è infortunato Lund e scocca il momento di Aurelio. Per il resto Corini recupera Gomes al posto di Stulac e rinvia l’esordio di Traoré, confermando il resto dell’undici vincente a Piacenza.
La partita è bloccatissima e la tensione si taglia con il coltello. Il Como pressa alto e il Palermo fa fatica a uscire e si gioca in un silenzio surreale a causa di uno sciopero del tifo le cui rivendicazioni ci sono ignote. La partita la fa sempre il Como e il Palermo prova a rubare la palla con un pressing chirurgico che sembra sempre lì lì per riuscire e portarci in Paradiso. Al 31′ l’equilibrio sembra rompersi per un gol in fuorigioco su cui c’erano stati almeno due errori tra centrocampo e difesa e un’incertezza di Pigliacelli. Lo spavento è tale che i vostri cronitifosi devono ricorrere al più classico dei caffè Borghetti pagato, come sempre, a sangue di papa.
Ma lo paura risveglia anche il Palermo! Di Mariano si invola sulla fascia e mette il turbo. Il cross è bello e invitante e Brunori segna con un tiro implacabile! Subito dopo ci salva Pigliacelli ed è una partita incandescente!! Il Palermo ne fa un altro ma anche questo è in fuorigioco. Poi il portiere lariano (ci tenevamo a dirlo!) para su una gran conclusione di Ranocchia! Sono emozioni continue e la partita è bellissima. Recupero chilometrico con altra occasione rosanero e tutti negli spogliatoi con i rosanero in crescendo rossiniano dopo il gol.
Il Palermo rientra in palla e dopo pochi minuti Ranocchia si inventa un tocco d’esterno che lancia Gomes da solo. Il centrocampista rosanero salta il portiere in uscita ma pecca di altruismo e cerca Di Francesco, prendendolo però in controtempo. Il Como torna a fare la partita e il Palermo ad attendere il momento giusto per rubare palla e volare verso la porta. E’ un po’ il copione della prima parte del primo tempo, con il Palermo che gioca come il gatto con il topo. E così arriva il raddoppio, ancora su una magia di Di Mariano che si invola sul fondo dopo aver rubato palla e la mette al centro tesa e forte. Sul rimpallo in difesa arriva Ranocchia che non può sbagliare! Terza partita e terzo gol, altro che Strefezza!
Entrano Vasic e Coulibaly per Di Mariano e Ranocchia che si meritano una standing ovation degna dei Ricchi e Poveri al festival di Sanremo. Il Como è sulle gambe e non ci crede più. Il Palermo gestisce comodamente e trova anche il 3 a 0. Su una punizione dalla trequarti la difesa del Como abbocca a una serie di finte da circo equestre e Brunori pesca Di Francesco che corona una ottima partita, controllando e segnando il gol della tranquillità! C’è il tempo per vedere in campo anche Soleri e Insigne e sopratutto, accolto da un boato carico di aspettative, anche Chaka Traoré. In un Barbera ebbro di entusiasmo il Palermo schianta il Como, dando una prova di forza straripante e gridando al mondo che per la corsa al secondo posto ci sarà da fare i conti con i rosanero di Eugenio Corini. E ora sotto con la Cremonese! Forza Palermo!
Pigliacelli 7 – Una grande parata nel momento topico della gara, una serie di lanci millimetrici degni di un trequartista, un paio di uscite coraggiose. Completo.
Diakité 7 – Vorrebbe lanciarsi in attacco come un assalto alla baionetta ma capisce che oggi c’è soprattutto da contenere e lottare e mettere in campo tutti i suoi mezzi fisici per arginare gli avversari. Intelligente.
Nedelcearu 7,5 – Il Como ha attaccanti forti, sia grossi che veloci, ma lui non concede niente con una prestazione essenziale e senza fronzoli spazzando via tutto quello che gli passa accanto. Attentissimo.
Ceccaroni 7 – Altra prova maiuscola per sacrificio e anche capacità di farsi vedere pericolosamente in area avversaria, quando serve. Pilastro.
Aurelio 6,5 – Dal suo lato gioca il temutissimo Strefezza ma di riffa o di raffa e a muzzicuna lo limita correndo come un matto. Aggressivo.
Segre 7,5 – Gioca da centrocampista moderno, pressando, inseguendo gli avversari ovunque, rilanciando l’azione esattamente come faceva ai bei tempi il Genio del centrocampo che ora abbiamo in panchina e che lo ha evidentemente ispirato. Epigono.
(dal 46′ s.t. Traorè) s.v. – Benvenuto.
Gomes 7 – Il numero di palloni che recupera e difende con caparbietà non riusciamo a misurarlo. Se vogliamo trovare un appunto da fargli é il troppo altruismo quando si trova davanti alla porta senza neanche il portiere e decide di servire (male) un compagno. Filantropo.
Ranocchia 7,5 – Gli avversari si sono già resi conto della sua più importanza negli equilibri dei rosanero e cercano in tutti i modi di ingabbiarlo ma lui riesce, comunque, ad accelerare, inventare assist che valgono il prezzo del biglietto e finire sullo score del tabellino con la terza marcatura consecutiva. Decisivo.
(dal 27′ s.t. Coulibaly) s.v.
Di Mariano 9 – Non c’è il suo nome tra i marcatori ma due dei tre goal sono praticamente suoi in comproprietà. A ciò si aggiunge una partita impressionante per corsa e capacità di sacrificarsi anche in copertura. Onnipresente.
(dal 27′ s.t. Vasic) s.v.
Brunori 8,5 – Palloni non gliene arrivano tantissimi ma quelli che tocca li trasforma in oro puro con un gol bellissimo per intuito ed esecuzione, uno annullato per fuorigioco ed un assist semplicemente da standing ovation. Capitano mio capitano.
(dal 41′ s.t. Soleri) s.v.
Di Francesco 7 – Cresce di partita in partita e può diventare l’arma in più in un finale di campionato che si annuncia incandescente. Corre, rientra, cerca di creare superiorità e se gli danno la palla buona segna pure. Esistenzialista.
(dal 41′ s.t. Insigne) s.v.
Corini 8 – La mano del Genio si vede sempre di più di partita in partita nella capacità di creare gruppo, autostima, nel rigenerare e motivare tutti i giocatori e di giocare da grande squadra sempre più consapevole della propria forza, come quando guidava i rosa dal campo. Condottiero.