Marsala-Palermo, il derby di Morgia. “I tifosi rosanero saranno decisivi”
Marsala-Palermo, la partita di Massimo Morgia. Le sue avventure in Sicilia nella seconda metà degli anni ’90 hanno segnato profondamente la carriera e il vissuto del tecnico romano che a Stadionews racconta sensazioni, ricordi e impressioni del Palermo che è stato e di quello che potrà diventare nel futuro, a cominciare da una Serie D che riparte proprio dalla sfida al Marsala.
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Morgia non nasconde il proprio dispiacere di rivedere una sfida fra Marsala e Palermo in Serie D: “Sia l’una che l’altra dovrebbero stare in categorie diverse, il Marsala in Serie C e il Palermo fra Serie A e Serie B. Vederle in Serie D è un dispiacere. Però sono contento di vedere che in entrambi i casi sono entrate due proprietà importanti che vogliono fare bene. Spero sia un punto di partenza per costruire due grandi società che sappiano ridare alle città la loro dimensione”.
Indelebile il ricordo delle sue esperienze prima a Marsala e poi a Palermo: “A Marsala arrivai il 6 gennaio 1997, lo ricordo ancora. Eravamo ultimi in C2, ci siamo salvati da quintultimi nei playout, poi abbiamo vinto il campionato e salimmo in C1. A Palermo arrivai quando i rosa erano retrocessi in C2 ma siamo stati ripescati al posto dell’Ischia: avvenne tutto durante il ritiro. Eravamo costruiti per la C2, con tanti giovani palermitani che ho lanciato io (Lisuzzo, Vicari, Perna, Ignoffo, D’Alessandro, Mancino…)…. e nonostante questo sfiorammo la Serie B”.
Impresso nella sua mente c’è soprattutto il suo primo Marsala – Palermo da ex allenatore degli azzurri, l’8 novembre 1998: “C’era lo stadio pieno e per me fu una grande emozione. Era il mio ritorno a Marsala dopo due anni meravigliosi. Finì 1-1 ma di fatto è una partita di cui ricordo pochissimo, perché l’ho vissuta intensamente: ricordo l’enorme emozione che mi diede tornare a Marsala”.
Morgia, attuale allenatore del Chieri in serie D, guarda al nuovo Palermo, agli obiettivi e alla spinta che dovrà arrivare dai tifosi: “Mi sembra una società importante. Sagramola conosce il calcio alla perfezione, Pergolizzi conosce la Serie D, ma il pubblico sarà decisivo come sempre. Ricordo bene la passione e l’amore che i palermitani nutrono per chi indossa la maglia rosanero e mi aspettavo che il 26 ci sarebbe stata una cornice di pubblico importante. É stata una bella iniziativa che penso permetta di ripartire con lo spirito giusto. Spero che la squadra e la nuova dirigenza del Palermo restituisca questo senso di appartenenza, che per me dovrebbe rappresentare il futuro del calcio regionale. Il grande business rimarrà, ma non può essere un modello: può riguardare solo le grandi squadre, non può essere sostenibile al di fuori delle grandi città”.
E sulla serie D sottolinea: “É un campionato particolare, dettato dalla presenza dei 4 giovani: una città come Palermo dà tanta pressione e i giovani dovranno avere già la scorza dei giocatori veri. Giocare a Palermo (con tutto il rispetto) non è come giocare a Troina. In questo senso vanno seguiti e aiutati dai più grandi. Ricciardo? La scorsa stagione era al Cesena e c’ho giocato contro: il Palermo ha fatto un grande acquisto, perché è un attaccante vero, un attaccante completo”.
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Il nostro posto è la serie A a ridosso delle strisciate no tra serie A e serie B.
Infatti, Concordo.
Se al posto di Zamparini ci fosse stato un vero presidente, allora il Palermo avrebbe disputato la Champions.