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Miccoli: “Io in rosanero come Maradona a Napoli, era il mio Palermo”

Fabrizio Miccoli non nasconde il suo amore per Palermo. E quando può, lo ribadisce, con fermezza: “Palermo mi ha permesso di entrare nella leggenda”, ammette l’ex capitano rosanero. “Quando ero in rosanero ho rifiutato tante offerte, tante squadre. Non potevao andare in un altro posto meglio di Palermo. Se avessi lasciato Palermo per un’altra città non so se lì sarei diventato ciò che ero per i tifosi palermitani. Io a Palermo sono stato come Maradona a Napoli”

“Andando via forse avrei guadagnato di più, ma quello che ho vissuto in quella città lo so solo io”, spiega Miccoli in un’intervista a PianetaLecce. Poi tutto è terminato nel peggiore dei modi, con quelle parole offensive verso il giudice Falcone che hanno rovinato tutto: “Spero che questo capitolo della mia vita finisca presto – afferma – . Io so cosa ho fatto in quella città. Per ora mi sono tenuto tutto per me, non vedo l’ora di poterne parlare bene”.

Miccoli è il miglior realizzatore nella storia del Palermo. Ataccante straordinario, trascinatore e genio in campo. Il numero 10 rosanero ha messo a segno reti pazzesche, come quella da centrocampo contro il Chievo Verona: “Dovevo riscattare quel gol di Mascara nel derby perso 4-0. Non mi oesava quella rete, ma la sconfitta in generale. Siamo andati sotto la curva e siamo diventati più forti. Però non poteva andare via da Palermo lasciando che quella rete di Mascara fosse la più bella realizzata al ‘Barbera’. E contro il Chievo ho messo quel gol da casa mia”.


Il 2010 fu il suo anno d’oro. Venti gol stagionale e il Palermo a dun passo dalla Champions League, sfumata dopo il pareggio casalingo contro la Sampdoria. “Quell’anno speravo in una convocazione al Mondiale e la meritavo anche – ammette Miccoli – . E poi mi sono rotto il crociato alla penultima gara stagionale. Però nonostante questo ho battuto ugualmente il rigore forse più importante della storia del Palermo”. Miccoli che ha visto passare da Palermo tanti piccoli campioni: “Il mio Palermo era inarrivabile”, sentenzia. “Amauri a Palermo ha fatto uno dei campionati più belli della sua carriera. Molto forte di testa, in area di rigore era fantastico. Cavani invece correva tantissimo, anche fino alla sua area di rigore per difendere. Una macchina”.

“Cavani, Miccoli, Pastore… con Ilicic, Simplicio e tutti gli altri. Era il Palermo dei record. Andavamo a Torino e battevamo la Juventus, andavamo a San Siro e battevamo Inter e Milan. Il vero Palermo, che era di tutti quanti, ma alla fine era il Palermo mio. Ci mettevo la faccia con tutti”. E l’ex capitano rosanero ha conosciuto anche Paulo Dybala: “Su di lui avrei puntato fin dal primo minuto. Un ragazzo serio, si vedeva che era diverso. Arrivava puntuale agli allenamenti, si allenava e mangiava bene. Un bravissimo ragazzo con qualità importanti”.

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