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Migliaccio: “Indimenticabile la finale di Coppa Italia, ho giocato nel Palermo più forte di sempre”

Uomo chiave del centrocampo del Palermo, dal 2007 al 2012 ha giocato sotto 9 allenatori diversi: Guidolin, Colantuono, Ballardini, Zenga, Delio Rossi, Serse Cosmi, Pioli, Devis Mangia e Bortolo Mutti. Al Palermo accumula 158 presenze e 9 reti. Dopo il prestito alla Fiorentina, torna all’Atalanta nel 2013, dove chiude la carriera quattro anni dopo. Nel 2018 consegue la qualifica di direttore sportivo, nel giugno 2021 viene messo sotto contratto dall’Atalanta. Oggi ha 39 anni, al Giornale di Sicilia ha ricordato così i momenti più significativi al Palermo: “Non dimenticherò mai il gol alla Juventus, poi quello al Napoli, che fu il primo. Ma altre due reti importanti sono quelle contro il Catania e con il Milan in semifinale di Coppa Italia. I momenti più tristi sono le sconfitte casalinghe contro Udinese e Catania, oltre alla finale di Coppa Italia”.

Domenica ha appeso ufficialmente gli scarpini al chiodo un giocatore che ha dato tanto al Palermo: si tratta di Giulio Migliaccio. Dopo vent’anni di calcio l’ex centrocampista ha ufficialmente smesso, aprendo il libro dei ricordi degli anni più importanti passati tra Atalanta e Palermo, le società a cui è rimasto più legato.

“Ci sono stati due momenti che porterò con me: la finale di Coppa Italia contro l’Inter indossando la maglia rosanero – ammette Migliaccio a TMW Radio – Portammo 50mila palermitani all’Olimpico di Roma. Poi l’Atalanta: ho grande feeling con la città e la proprietà. S’è creato qualcosa di unico, il saluto di domenica è quello che porterò sempre con me”.

Quell’anno con la maglia rosanero, però, è ben lontano da questa stagione dove il Palermo è tornato in Serie B: “Sono molto dispiaciuto, conosco la passione di quella tifoseria – prosegue Migliaccio – Ho giocato cinque anni lì, nel Palermo più forte di sempre. Posso dire il contrario di quanto detto dell’Atalanta: da noi c’è stata grande programmazione ed equilibrio. Se ogni anno cambi senza punti di riferimento, anche in società, è ovvio fare fatica. Auguro al Palermo innanzitutto di trovare l’equilibrio societario per tornare in Serie A”.


Chiosa finale sui momenti più belli della sua carriera e dei tecnici a cui è legato maggiormente: “Ogni tecnico mi ha dato qualcosa, devo citarne più di uno. Delio Rossi mi ha portato in A, con Colantuono mi sono consacrato. Montella mi ha aperto la mente, insieme a Gasperini. Reja è una persona eccezionale. Devo ringraziare tutti, ognuno mi ha lasciato qualcosa. Il gol più bello? La rete in semifinale di Coppa Italia contro il Milan, quel gol permise al Palermo di andare in finale”.

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