Mille…e una notte indimenticabile. Grazie ai meravigliosi tifosi
Da giorni se ne parlava, il Palermo contro il Torino avrebbe tagliato un traguardo storico e insperato dai nostri padri fino a qualche anno fa: 1000 partite in serie A. La società ha realizzato maglie celebrative e il teatro Massimo, simbolo della città, si è illuminato di rosa intenso, spiccando nel cielo plumbeo di una calda e umida serata di metà ottobre.
In questo clima festoso sono andata allo stadio con indosso la maglia con su scritto 1000 a caratteri dorati, acquistata due giorni prima allo Store del Palermo calcio, nella rinnovata via Maqueda che oggi pullula di giovani e street food e non è più la strada triste e piena di smog dei tempi in cui frequentavo la Facoltà di Giurisprudenza.
Con le amiche, tifose come me, abbiamo fatto foto ammirando la curva nord, finalmente in festa con tanto di scenografia dedicata all’evento. Tutto era pronto per l’esplosione … e infatti lo stadio è esploso subito, merito addirittura di un bel colpo di testa di Chochev che finalmente ha regalato ai tifosi il primo gol della stagione in casa, dopo tre partite con altrettante sconfitte e zero gol. E sono tornate a sventolare le sciarpe, abbracci e urla ci hanno reso felici come quando si esce da un incubo.
Ma la gioia purtroppo è durata poco per colpa di “quell’impertinente” di Ljajic e della nostra fragile difesa, più vulnerabile che mai anche per le misteriose scelte del tecnico. In pochi minuti siamo passati dall’1 a 0 all’1 a 4, con quel ragazzone di Belotti, che applaudiva e salutava i tifosi pensando, fra sé e sé, che “U Signoruzzo” lo aveva ben consigliato nella scelta di lasciare il Palermo.
Ma nonostante tutto il pubblico ha trovato il coraggio di sdrammatizzare, mostrando intelligenza e superiorità ignote ad altre tifoserie. E così, dopo l’ennesimo black out, c’è stato prima un coro contro il presidente che non “paga la luce” e poi si è materializzato uno fra i più belli spettacoli a cui si può assistere ad un stadio di calcio: l’idea geniale di accendere i telefonini come a un concerto rock, ha avuto l’effetto di accomunarci in un unico afflato di sentimenti ed emozioni. E questo finale di gara, soltanto questo, ha reso davvero indimenticabile la millesima partita del Palermo in serie A.
ci vogliono rinforzi e presto…i punti persi in qst fase del campionato sn vitali alla fine…sempre forza palermo
una vera telecronaca con il cuore
Cara Delia, il Tuo amore per il Palermo è grande e le Tue belle parole lo dimostrano. I tifosi sono unici, come unico è il gesto di accendere i telefonini per illuminare la squadra, più che il campo. Però l’allenatore dovrebbe considerare che non può giocare in seria A come in Lega Pro e la società dovrebbe rinforzare la squadra. Diversamente, ci toccherà soffrire per tutto il campionato
Avrei voluto essere lì Della a condividere la tua emozione e quella di migliaia di tifosi. Lo sportivo esprime il suo amore incondizionato per la squadra del cuore a prescindere dal risultato di una partita
Il messaggio che trasmettono queste parole è che per i veri tifosi la fiducia e l’amore per la propria squadra vanno oltre la delusione per la sconfitta. . E la luce corale che si è accesa improvvisa nello stadio è come una speranza di una nuova solidarietà di cui il mondo ha tanto bisogno.
l’importante è essere arrivati a questo traguardo e continuare a credere che la squadra si riprenderà..e sicuramente i tuoi articoli aiutano a sperare!
non è facile conciliare una cronaca oggettiva con un registro emotivo, ma tu ci sei riuscita benissimo, complimenti! Il tuo racconto è in equilibrio perfetto fra precisione narrativa ed espressione delle emozioni; perciò comunica molto a chi non era presente e anche a chi è un po’ al di fuori di questa realtà
Cara Delia, il finale del tuo articolo mi ha fatto venire in mente alcune celebri parole tratte da Il Signor edegli Anelli di Tolkien:”C’è del buono in questo mondo, padron Frodo. E’ giusto combattere per questo”. Ecco per far risorgere il Palermo è necessario ripartire dalla passione dei suoi tifosi che si sono dimostrati ancora, nonostante tutto, legatissimi alla squadra.