Monchi: “Non sono il miglior ds al mondo, ma farò sognare la Roma”
Ufficializzato da pochi giorni, la Roma ha un nuovo direttore sportivo dopo l’addio di Walter Sabatini, che per molti ha operato bene, per altri no. Il suo nome Verdejo Monchi ed è stato uno degli artefici delle tre Europa League consecutive del Siviglia. Il neo direttore sportivo è stato presentato oggi in sala stampa e ci ha tenuto subito a ringraziare tutti e presentarsi così, alla sua nuova squadra. Queste le sue parole:
“Non mi considero il miglior direttore sportivo del mondo, sono fortunato nella mia carriera. Sapevo che ci potessero essere squadre, dietro di me, che per nome potevano essere molto interessanti. Quando ho saputo che la Roma era un’opzione ho creduto fosse tutto molto chiaro. Ci sono molti margini di miglioramento, Sabatini e Massara hanno fatto un lavoro straordinario, ma qui ci sono possibilità per sognare. Ho parlato tanto con Pallotta, dobbiamo lavorare insieme e per me questo è importante”.
Si è già espresso sul valore della squadra: “Come ho detto precedentemente, preoccupandomi del futuro bisogna prima pensare al presente. Conosco la traiettoria della Juventus e il suo potenziale. Io sono ambizioso, per natura, lo sono sempre stato, ma non vendo fumo. In poco tempo è impossibile pareggiare il gap con la Juventus. Dovremo lavorare molto, però non è irrealizzabile. È molto difficile. Noi abbiamo una ottima squadra”.
“Non ho segreti – continua-, altrimenti vorrei venderli guadagnando molti soldi… non ho formule magiche. Il club ha una filosofia, una fisionomia, ha storia. Il segreto del Siviglia è poco originale: il lavoro. Cosa significa? Non solo acquistare i giocatori. Io credo che la Roma meriti che il suo sogno si avveri. Perché se non andiamo tutti nella stessa direzione è difficile, altrimenti potremmo vincere”.
Parla anche di Spalletti, uno dei motivi che lo ha spinto ad accettare: “Voglio raccontare una storia, un segreto. La prima volta che ho ricevuto la chiamata per venire alla Roma, la notte pensando ai pro e ai contro, l’unico problema era lasciare Siviglia, la mia casa. I pro invece erano molti, però uno è Luciano Spalletti. Per me è un tecnico molto importante, però è evidente che non possiamo distrarci nemmeno un secondo. Ora bisogna giocare contro Juve, Chievo e Genoa. Rimane la speranza, la ilusion che Spalletti rimanga perché è una cosa che mi ha attratto per venire qui”.