Monchi: “La mia Roma c’è. Perché non parlare di scudetto? Totti… “
Gli obiettivi di Monchi. Il direttore sportivo della Roma si racconta in una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport in cui parla della propria filosofia di vita e di calcio, di un ambiente da cambiare ma soprattutto di un sogno scudetto che non è vietato nominare.
Monchi ha affermato: “Se non dai la carota l’asino non si muove. Perché non si può parlare di scudetto? Non siamo i favoriti, ma abbiamo il dovere di provarci. Siamo partiti in svantaggio ma pian piano stiamo arrivando al livello di Napoli, Juve e Inter. Schick? Rinunciare a lui per mere questioni tattiche sarebbe stato un errore. Un d.s. deve essere a metà tra tecnico e club”.
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Ma aggiunge: “Non è possibile che dopo una vittoria il campionato sia già vinto e che dopo la sconfitta col Napoli si sia da quarto posto. È impossibile opporre barriere all’entusiasmo della gente, però dobbiamo essere capaci di rallentare. Infortuni? Abbiamo un problema ma non dobbiamo aver paura di dirlo, piuttosto dobbiamo trovare una strada per migliorare le cose. Totti? Con lui ho un rapporto che all’inizio non avrei mai immaginato potesse essere così stretto, Poteva succedere di tutto, è andata benissimo”.
E con Di Francesco l’intesa cresce di giorni in giorno: “Ci sono persone che non riesci mai a inquadrare, e altre che capisci subito. Eusebio fa parte della seconda categoria: è uno che non si nasconde mai. Non mi ha mai venduto cose che non mi poteva dare. Sono un DS che ama star vicino a giocatori e tecnico, il contatto aiuta a conoscere le persone. È fondamentale, perché spesso il fallimento di un calciatore è legato alla tristezza o all’insoddisfazione. Se non gli stai vicino non te ne accorgi”.
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