Napoli, dove sei? Che tonfo con lo Shakhtar (2 – 1) / LE PAGELLE
Prima giornata di Champions League da incubo per le squadre italiane: dopo la sconfitta della Juve ed il pari sofferto della Roma, il Napoli cade a sorpresa in casa dello Shakhtar Donetsk che, fino a prova contraria, dovrebbe essere il fanalino di coda del girone. La squadra di Sarri vede interrotta una striscia super positiva di 10 vittorie di fila tra campionato e preliminari di Champions, iniziata sul finire della scorsa stagione.
Gli uomini di Sarri vanno sotto nel primo tempo, sorpresi da un’azione tutta di prima dello Shakhtar: a finalizzare è Taison dopo uno splendido fraseggio partito dalla fascia destra. Al 20′ Reina protagonista, tiene in vita il Napoli dopo un erroraccio di Hamsik: grande intervento a sbarrare la porta a Taison.
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Nel secondo tempo la storia non cambia: gli azzurri sbagliano quasi tutto tecnicamente, incontrando notevoli difficoltà nella costruzione di gioco, una novità preoccupante per la squadra di Sarri. Reina decisivo nel bene e nel male: la sua uscita a vuoto causa il gol del raddoppio che taglia le gambe al Napoli.
L’ingresso di Mertens, sin troppo tardivo, cambia completamente la partita.Il belga, in pochi minuti, riesce a restituire vigore ad una squadra apparsa spenta: un rigore procurato (realizzato poi da Milik) e un paio di gol sfiorati. Il Napoli si sveglia troppo tardi: quante occasioni da gol create nei 10 minuti finali, ci provano Milik, Insigne e Callejon nell’ordine, ma tutti con il medesimo risultato.
Da salvare c’è soltanto l’ultima mezz’ora del Napoli che ha letteralmente sottomesso lo Shakhtar Donetsk: ma una squadra come il Napoli non può permettersi di regalare 70 minuti agli avversari, specialmente in una competizione spietata come la Champions League. Dov’è finito il Napoli di Sarri?
LE PAGELLE
NAPOLI: Reina 5; Hysaj 5,5, Albiol 5, Koulibaly 5, Ghoulam 6; Zielinski 5, Diawara 5, Allan 6, Hamsik 4,5; Callejon 5,5, Milik 6,5, Insigne 5,5, Mertens 7.
REINA: doppia faccia. Tiene a galla il Napoli con un intervento prodigioso nel primo tempo e lo affossa nel secondo con un’uscita a vuoto che costa il raddoppio.
HYSAJ: si limita al compitino senza troppe sbavatura dietro. Di fatto nullo il suo apporto alla manovra offensiva: Milik aspetta invano un suo cross.
ALBIOL: ministro della difesa, costretto a mettere una pezza sulle sbavature di Koulibaly. Colpevole in occasione del raddoppio, con una marcatura troppo leggera.
KOULIBALY: soffre moltissimo la velocità di Taison che lo brucia sistematicamente nello scatto. Si riprende nel secondo tempo ma non basta.
GHOULAM: senza dubbio l’elemento più dinamico del quartetto difensivo. Presenza fissa sulla fascia sinistra: i suoi cross (precisi) non vengon sfruttati da Milik e compagni.
ZIELINSKI: costretto al lavoro sporco, non mette a disposizione della squadra la classe cristallina che lo caratterizza. Un paio di buone imbucate per Callejon e poco più.
DIAWARA: dovrebbe essere l’uomo d’ordine della squadra ma viene surclassato fisicamente e tecnicamente in mezzo al campo. Non pochi i palloni “velenosi” smistati: serataccia.
ALLAN: il suo ingresso dà vigore e vivacità al centrocampo. In questo momento imprescindibile, viste le precarie condizioni fisiche di Hamsik.
HAMSIK: il lontano parente dello splendido centrocampista goleador ammirato in questi anni. Poca sintonia con i compagni e leggerezza in fase difensiva (non da lui): rischia la frittata nel primo tempo con un retropassaggio, Reina lo salva dalla figuraccia. Peggiore in campo.
CALLEJON: tenta il tipico inserimento dalla destra in più di un’occasione ma senza fortuna. La notizia è però la poca precisione nel cross, di solito l’arma in più dello spagnolo.
MILIK: spreca due chances preziose nel primo tempo, una di sinistro e una di testa. Tocca pochissimi palloni nel secondo tempo ma ha il merito ed il coraggio di rimettere in corsa il Napoli dal dischetto.
INSIGNE: nascosto e poco coinvolto nella prima frazione, acquista consapevolezza dall’ingresso di Mertens in poi; inizia l’azione che porta al rigore procurato da Mertens.
MERTENS: entra in campo (troppo tardi) e cambia la partita in pochi minuti. Un rigore procurato, diverse conclusioni e un’intesa con Milik ancora tutta da scoprire. Perché riservargli solo l’ultima mezz’ora?