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Novellino: “Modena? Match di fuoco. Volevo Brunori ma lui…”

“Sarà un match di fuoco”. E Walter Novellino, che ha un passato sia sulla panchina del Palermo che su quella del Modena, lo sa bene. L’allenatore si proietta direttamente alla gara di venerdì, al Barbera, che ha il retrogusto di sfida diretta per i playoff: uno scontro tra le due “vicine” di classifica, con gli uomini del ‘Genio’ forti di un punto in più, ma alla ricerca delle certezze perse nelle ultime apparizioni.

“Conosco bene Tesser e lui sa interpretare la categoria – dice Novellino a Stadionews.it -. Gioca spesso col 3-4-1-2 o con un modulo spregiudicato e la squadra, nonostante abbia avuto un periodo di crisi, si sta riprendendo”. Per i rosa, quindi, sarà “un incontro a cui fare attenzione, difficile. I giocatori sono validi da ambo le parti: contro il Pisa ha segnato Strizzolo, che è una pedina fondamentale. Il Perugia ha sbagliato, doveva tenerselo”.

Dall’altra parte mancherà Brunori. “Giocatore straordinario. Gli infortuni? Sono dovuti alle tante partite, una dietro l’altra. Su quest’aspetto qualcosa si paga”. E racconta un retroscena. “Volevo l’italo brasiliano alla Juve Stabia, ma lui ha preferito andare in Sicilia. Ha fatto la scelta migliore. Modena e Palermo sono piazze importanti, ma quella rosanero mi ha dato il ritorno in Serie A da allenatore”. In mezzo alle emozioni, però, Novellino tradisce un pizzico di comprensibile rammarico, tornando al 2016 e alla sua brevissima parentesi in panchina: un anno complicato, con il club di viale del Fante miracolosamente 16esimo a fine torneo e in grado di salvarsi per l’ultima volta prima di abbandonare definitivamente la A.


Era l’anno del “presidente” Paul Baccaglini con l’aquila tatuata sul petto e del vortice di allenatori che si avvicendarono senza sosta: da Iachini a Ballardini (per ben due volte), passando per Viviani, Bosi e Tedesco. Il caos, che sfociò con la bagarre tra Ballardini e la presa di posizione di capitan Sorrentino e Gilardino. Storie del passato. “Purtroppo ho avuto poco tempo, quello fu un momento travagliato – spiega -. Ho lavorato poco e mi è dispiaciuto, perché non ho potuto dimostrare di cosa ero capace. Invece, a Modena ho toccato i playoff. C’era pazienza e si cercava di costruire qualcosa di importante”.

Da Zamparini alla Galassia City Group: due modi diversi di vivere il calcio. “Eugenio sta facendo bene e merita i complimenti. Io sono stato più sfortunato: a lui è stato concesso di lavorare e ‘sbagliare’, a me no. Noi tecnici siamo soggetti ai risultati, ma i dirigenti dei Citizens, che gestiscono un maestro come Guardiola, comprendono l’importanza del lavoro sistemico. Corini è un tecnico con enormi capacità. Lo era già 16 anni fa, quando lo avevo da calciatore a Torino. Insieme a lui, anche Lanna che ora è vice e prenderà il suo posto col Modena per via della squalifica: due allenatori aggiunti in campo”.

Infine il futuro. “Aspetto una chiamata. Ho già avuto e rifiutato offerte: attendo quella giusta. Voglio gli stimoli giusti per fare una grande stagione, ma serve un progetto che abbia un senso“, conclude.

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